scorso 10 ottobre, la rivista scientifica The Lancet, in collaborazione con il network NCD-Risk Factor Collaboration, ha pubblicato un’imponente ricerca, basata sull’analisi di 2416 studi che, condotti tra gli altri dall’Imperial College di Londra e dall’Organizzazione mondiale della sanità, hanno visto il coinvolgimento di quasi 129 milioni di partecipanti.

Il rapporto esamina le tendenze mondiali in materia di peso corporeo. Ne emerge che, negli ultimi 40 anni, i giovani di età compresa tra i 5 e i 19 anni con un peso corporeo superiore agli standard fissati dalla World health organization sono aumentati significativamente in tutto il mondo, passando da un totale di 11 milioni di obesi e 58 milioni in sovrappeso, nel 1975 a, rispettivamente, 124 milioni e 338 milioni nel 2016. Il fenomeno interessa anche molti tra i Paesi più poveri.

Se, da un lato, il numero di bambini e adolescenti moderatamente o drammaticamente sottopeso continua ad essere prevalente, soprattutto nei territori dell’Asia Meridionale e dell’Africa Centrale, Occidentale ed Orientale, dall’altro i casi di sovrappeso o obesità raggiungono una media intorno al 30 per cento nelle Isole Cook, a Nauru, Palau, Niue e nelle Samoa Americane, mentre arrivano fino a oltre il 20 percento in molte regioni della Polinesia e della Micronesia, dell’America Latina e dei Caraibi, come le Bermuda o Portorico, del Nord Africa, in particolare in Egitto, del Medio Oriente, in Kuwait, Qatar e Arabia Saudita o degli Usa.

A differenza di molti Paesi ad alto reddito, dove il tasso di giovani e giovanissimi in sovrappeso, seppure alto, resta più o meno stabile nel tempo, importante è l’incremento riscontrato in alcune regioni dell’Est e del Sud-Est asiatico, come la Corea del Nord, Hong Kong o la Cina, dove l’indice ha subito un forte aumento passando da 471 mila obesi nel 1975, a 28,7 milioni nel 2016 e da 3,89 milioni di giovani in sovrappeso a 70,1 milioni.

L’Italia, che dal 1975 al 2016 ha visto quasi triplicarsi il numero di bambini e adolescenti obesi, scala la classifica mondiale conquistando il 61° posto della graduatoria femminile ed il 46° di quella maschile. I casi di sovrappeso si sono, invece, quasi duplicati, portando il Paese al 27° posto per le ragazze ed al 22° per i ragazzi.

Come lo studio stesso spiega, il sovrappeso e l’obesità in età infantile e adolescenziale possono avere effetti negativi per la salute anche gravi, ad esempio l’insorgenza precoce di patologie croniche come il diabete di tipo 2 o serie conseguenze psicosociali.

Per questo motivo sarebbe importante attivare, a livello nazionale, dei programmi di intervento in grado di contrastarli in modo deciso ed efficace, prevenendoli attraverso campagne di educazione alimentare e combattendoli per mezzo di terapie comportamentali mirate, esercizio fisico e programmi di screening, tramite cui monitorare le condizioni fisiche dei soggetti affetti da tali disturbi.