Quella approvata ieri nel Milleproroghe alla Camera non è una «proroga perpetua» sugli sfratti per finita locazione – lo ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, vero «dominus» della partita sulla casa in Italia – ma solo una soluzione «ponte». Il governo sostiene di avere così pensato ai nuclei più bisognosi e sostiene che il provvedimento di sospensione di quattro mesi permetterà di valutare «caso per caso». Il giudice, su richiesta, potrà sospendere l’esecuzione di uno sfratto «fino al centoventesimo giorno dall’entrata in vigore della legge di conversione», per permettere il «passaggio da casa a casa». «Per questi casi – ha spiegato ieri Lupi – i Comuni possono usare il fondo affitti, finanziato nel 2014 con 100 milioni di euro e nel 2015 con altri 100.

Una tesi che non ha soddisfatto peer niente i sindacati degli inquilini. Hanno cominciato Cgil e Sunia: «La mini proroga di quattro mesi del blocco degli sfratti per le famiglie svantaggiate non è una risposta adeguata all’emergenza abitativa che migliaia di persone vivono nel nostro Paese – hanno scritto in un comunicato – Occorre sospendere le esecuzioni fino al passaggio da casa a casa: solo così il governo dimostrerà di non voler mettere in strada anziani, malati terminali, nuclei con minori e portatori di handicap».

«Rimandare di quattro mesi l’attuazione degli sfratti sarebbe assolutamente insufficiente – aggiungono – anche per attuare quei provvedimenti che, secondo l’esecutivo, potrebbero risolvere il problema alle famiglie che dal 1° gennaio scorso non possono più usufruire della proroga del blocco». In altre parole, un provvedimento-tampone che, in più, non risolve le disfuzioni nella ripartizione delle esigue risorse del 2014 e del 2015 tra le regioni. Quelle destinate al recupero di alloggi pubblici inutilizzati. Senza contare che gli appartamenti non saranno pronti prima di un anno. La mini-proroga è dunque insufficiente. «Lupi ha dovuto inghiottire comunque il rospo – afferma Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione Inquilini – ma il governo mente sapendo di mentire». Secondo il sindacalista, l’esecutivo non ha stanziato 25 milioni di euro a favore delle famiglie svantaggiate, ma solo distolto il 25% dei 100 milioni destinati al fondo sociale affitti per il 2015 alle famiglie con basso reddito e alta incidenza del canone.

«Assistiamo a una guerra tra poveri – sostiene De Cesaris – tutti sanno che i tempi di erogazione dei contributi alle famiglie saranno notevolmente più lunghi di 4 mesi». Considerando tutti i passaggi di rito, in realtà la procedura prevede come minimo una tempistica di 9 o addirittura 10 mesi. «In 4 mesi famiglie con redditi bassi e fragilità personali gravissime dovrebbero trovare un nuovo contratto di locazione che dura almeno 3 anni. E lo faranno sulla base di un contributo, ancora non ricevuto e ignoto nell’entità e limitato al solo 2015. Un girone di inferno senza via di uscita!» «Il “dottor Stranamore” che siede dietro una scrivania del Ministero di Porta Pia ha messo una nuova bomba ad orologeria nel ventre molle delle città – conclude De Cesaris – la patata bollente ora passa ai comuni che dovranno fronteggiare situazioni che metteranno a rischio ulteriore la coesione sociale».