Giuseppe Conte è arrivato alle battute finali sullo statuto del nuovo Movimento 5 Stelle, che potrebbe essere presentato già nel corso della prossima settimana anche se non in un evento di piazza come aveva detto in prima battuta. Ed ecco che rispunta Beppe Grillo: il co-fondatore dovrebbe essere a Roma prima della presentazione stessa.

Un’apparizione ambivalente. Da una parte si dice che Grillo sia rimasto gelato dal fatto che il lungo documento predisposto dal nuovo leader predispone le condizioni per un forte ridimensionamento del suo ruolo. Rimarrebbe in maniera formale come «garante» ma di fatto non gli sarebbero concesse ingerenze sulle scelte politiche del M5S. Il che corrisponderebbe alle condizioni espresse proprio da Conte al momento di accettare la leadership dei 5 Stelle: l’ex presidente chiedeva pieni poteri. In seguito, aveva affrontato le difficoltà del labirinto legale relativo al rapporto con Rousseau e Davide Casaleggio tirando fuori la risolutezza del giurista e, pare, dicendo ai suoi collaboratori più stretti: «Non mi fate fare l’avvocato, altrimenti divento cattivo». Negli ultimi giorni, infine, Grillo si è fatto vedere accanto all’ambasciatore cinese, Conte ha disertato il vertice e sono emerse differenze di vedute sulla collocazione internazionale del M5S. «Grillo vuole essere arbitro, al di sopra di tutto. Vuole rimanere il custode dei valori del Movimento 5 Stelle – trapela all’Adnkronos da fonti interne – E invece nel chilometrico statuto di Conte questa funzione verrebbe trasformata. Tutto ciò a Beppe non sta bene. E senza il nulla osta di Grillo è difficile che il voto sul nuovo statuto possa davvero partire».

D’altro canto, Grillo è venuto a Roma quando c’era da imprimere accelerazioni e sciogliere ultime riserve ma anche quando bisognava convincere parlamentari recalcitranti. E i malumori all’interno delle truppe pentastellate: sulla centralizzazione delle decisioni dell’ex presidente del consiglio, sulla mancata chiarezza relativa al tetto dei due mandati, sui soldi e i finanziamenti (la macchina immaginata da Conte costa, e a pagarla sarebbero soprattutto gli emolumenti dei tanti eletti). Nel corso dell’ultima assemblea congiunta, Vito Crimi ha sollecitato deputati e senatori a provvedere al versamento di mille euro sul conto corregente gestito dal nuovo tesoriere del M5S.

Dunque, il nervosismo del garante e cofondatore si intreccerebbe con le inquietudini di deputati e senatori: «Conte è irraggiungibile e ormai nella morsa dei soliti vip 5 Stelle, Beppe viene chiamato da decine e decine di portavoce». La settimana prossima, assicurano le stesse fonti, «Beppe sarà a Roma in qualità di garante e di unica persona che può mettere l’ultima parola su tutto».