Più degli aerei della Lutwaffe che bombardano la vicina Inghilterra e l’Irlanda del Nord, nella neoindipendente – e neutrale – Repubblica irlandese del 1941 un’altra forza oscura percorre gli animi, le strade, la vita quotidiana. La lotta fratricida tra protestanti e cattolici, filo-inglesi e indipendentisti, la violenza della chiesa e della società nei confronti della libertà delle donne.

Su questa lotta fratricida torna ancora una volta il regista irlandese Jim Sheridan (Nel nome del padre, The Boxer) con Il segreto, basato sul romanzo omonimo del 2008 Sebastian Barry e diviso tra l’Irlanda della seconda guerra mondiale e quella di 50 anni dopo, dove la protagonista Rose – interpretata da Rooney Mara e Vanessa Redgrave – incontra uno psichiatra (Eric Bana) all’interno dell’ospedale psichiatrico in cui è rinchiusa sin dai tempi della guerra. La sua unica colpa, essere stata l’oggetto proibito dell’amore di un prete cattolico – mentre lei ama un altro, Michael – e libera abbastanza da non temere di guardare un uomo dritto negli occhi.

Melodramma in costume dalla struttura prevedibile quanto fragile, il film di Jim Sheridan scarta la strada del delirio della protagonista come punto di vista «aperto» sulla vicenda, rinchiudendosi nella necessità di assegnare colpe esatte e inappellabili.
Rose scrive le sue memorie a margine di una Bibbia, in particolare il suo «libro di Rose» ricopre il libro di Giobbe, l’eroe biblico su cui, come sulla protagonista, si abbatte ogni tipo di sventura. E come per Giobbe sarà solo un «deus ex machina» a poterla salvare.