La coda dell’estate, su cui incombono le nuove sferze del Covid, è una bella sfida di resilienza per chi organizza festival musicali lunghi, complessi nella logistica, ma saldamente ancorati, ormai, nel panorama culturale di una città. Il Festival Musicale del Mediterraneo di Genova organizzato da Echo Art, che si inaugura il 3 settembre e durerà fino al 17 è riuscito a sopravvivere ad altre emergenze: ad esempio quella culturale, considerata la progressiva desertificazione culturale dell’amministrazione destrorsa della città. Il Festival però, saggiamente, in questi anni è riuscito a far “cartello” con altre realtà culturali, non solo non perdendo la propria identità di contenitore in movimento di incontri e progetti tra culture musicali diverse, ma diventando via via più autorevole.

QUEST’ANNO si approda all’edizione numero ventinove: sarà inevitabile, il prossimo anno, una grande festa per il trentennale, e già ora c’è una chiamata a raccolta per chiunque possa mettere a disposizione documenti e reperti che confluiranno in un libro celebrativo con supporti audiovisivi. Il ventinovesimo Festival, seguendo il percorso degli ultimi anni di circumnavigazione del globo, dopo le edizioni di EurAsia e EurAfrica quest’anno è EurAmeriche: i numerosi eventi “live”, per forza di cose riservati ad una fetta di pubblico assai minore – ma spesso con doppia replica – si accompagneranno alle dirette streaming sui canali social della rete. EurAmeriche sarà uno sguardo totale sugli stratificati intrecci di note che saldano le Americhe alla vecchia Europa: dal minimalismo al jazz, dal tango alla salsa e al samba, il blues e le passacaglie, il gospel e la rumba: ogni evento un unicum, se non una prima assoluta per l’Italia. Davide Ferrari, direttore artistico, sottolinea come quest’anno il Festival abbia attivato una fattiva collaborazione con il Centro per non subire violenza di Genova, che gestisce case rifugio per le donne, e interagisca con altre realtà del Sistema Musica Genova come Gezmataz, Musicaround, Collegium Pro Musica.

SI INIZIA il 3 a Palazzo Ducale con la prima italiana di Minimalia / omaggio a Philip Glass, con Deos Danse Ensemble Opera Studio e un’inedita versione della multiculturale Banda di Pazza Caricamento interamente declinata al femminile, si prosegue il 4 con Black Voices Matter e il 5 con un concerto al tramonto a Forte Begato dedicato al blues. Domenica 6 all’alba, sull’Isola delle Chiatte, i Merope dalla Lituania, e al tramonto al Forte Voces del Sur. Il 7 Daniele di Bonaventura per un affondo nel tango, l’8 musica sefardita con il Collegium Pro Musica, il 10 la nueva troba cubana di Sorah Rionda. Segnaliamo infine , solo in streaming, la prima nell’area archeologica romana dei Giardini Luzzati il 17 per “La Bestia, treno de la muerte”: suoni, voci e immagini per non dimenticare le carovane dei diseredati che attraversano l’America del Sud fino al Messico per cercare qualche spicchio di futuro nell’America blindata di Trump.