Swan. Cigno. Un volo a caleidoscopica sfaccettatura insieme all’immaginario suscitato da un animale iconico, archetipo, simbolo ambiguo e volubile della danza stessa. Questo il titolo, già di sé foriero di mille suggestioni, di Bolzano Danza, che ieri sera ha tagliato, emozionando, il nastro della sua 37a edizione. «Un festival che, dopo l’esperienza dell’anno scorso con le 100 repliche di Eden – assoli per un solo spettatore a volta, si riappropria della sua tradizionale struttura, ma con spazi e tempi più dilatati per dare la possibilità agli artisti di essere presenti attraverso focus dedicati». Così Emanuele Masi, direttore artistico di Bolzano Danza, ha introdotto ieri sera il festival, aperto dalla Gauthier Dance di Stoccarda, compagnia associata della manifestazione altoatesina.

SPETTACOLO INAUGURALE, una prima in esclusiva nazionale: Swan Lakes, ovvero quattro declinazioni contemporanee di un titolo culto, 25 minuti a testa per quattro coreografi: il graffiante spagnolo Cayetano Soto, la battagliera madre della danza canadese, Marie Chouinard, il nome di culto della danza tedesca di oggi, Marco Goecke, il battente coreografo e musicista israeliano residente a Londra, Hofesh Shechter. Uno spettacolo tutto fuorché museale, un viaggio libero di associazioni e suggestioni, un divertissement nel senso migliore della parola, diversificato nell’approccio, nello stile, nel taglio dello sguardo, nel suggerire temi che ribollono sotto la superficie. A dare due dritte al pubblico su come sono nati i quattro pezzi ci ha pensato in proscenio l’istrionico direttore di compagnia, nonché coreografo, Eric Gauthier, con guizzo da entertainer: « Chouinard mi ha chiesto un cast al femminile, e ha voluto tutù e punte, ma poi le scarpette le ha fatte indossare sulle mani, Goecke aveva detto che avrebbe usato Ciajkovskij, okay, ma poi ha scelto Björk, una canzone la canta lui, Shechter mi ha proposto una Swan Cake, Soto ha guardato al Lago lavorando sul tema della trasformazione. Dove sono i laghi? Divertitevi a cercarli. Sono i coreografi di oggi…».

E CHE SCRITTURE. Per Untitled for 7 dancers Soto punta al nero, sette corpi che si attorcigliano in spirali dalle direzioni in mutamento, singolarità, tracce del movimento dell’animale, gioco tra il bianco e il nero nelle luci e sul pavimento, identità in fluire; Chouinard con il suo Le Chant du cygne: le lac marca il territorio con cigni femminili in cui fragilità e rivalsa raccontano la lotta femminista contro il sopruso maschile, cantando in tutù bianco l’inno cileno Un violador en tu camino. Marco Goecke titola la sua variazione su tema Shara Nur, nome di un lago russo che lascia sulla pelle di chi vi fa il bagno un colore rosato, sono acque dal potere curativo. Sette danzatori, cinque uomini, due donne, tutti in pantaloni neri e camicia rosa – chissà cosa direbbe il vecchio Marius Petipa, il grande artefice con Lev Ivanon del Lago del 1895, che aveva ipotizzato, anche se poi abbandonò l’idea, di introdurre nel terzo atto accanto ai cigni bianchi e neri anche alcuni rosa. I cigni di Goecke hanno il nervosismo potente del linguaggio dell’artista: un gesto lavoratissimo su mani e braccia che esplode e implode prima di raggiungere l’apice, vibrando nelle viscere. L’unisono su Bjork cantata da Goecke e frammischiata a rumori della natura, a suoni animaleschi, unitamente al passo a due uno verso l’altro danzato in centro, hanno la forza di diventare un’immagine simbolo di questi quattro laghi. E infine Shechter, con la sua Swan Cake, una festa a colpi di luci e nebbie, di penombre, nutrite da un gesto collettivo percussivo come la musica, un finale trascinante.

Con la Gauthier Dance l’incontro non finisce con i laghi. Stasera alle 21, sempre al Comunale, la compagnia è protagonista di una delle tappe del secondo progetto dell’edizione di quest’anno: Swans never die. Questa volta il pezzo culto di riferimento non è il Lago dei cigni di Petipa/ Ivanov/ Ciajkovskij ma La morte del cigno, musica di Saint-Saëns, pezzo di svolta creato da Mikhail Fokine per Anna Pavlova nel 1905, andato in scena al Marinskij di San Pietroburgo nel 1907. Un assolo che raccontava il passaggio al nuovo secolo, a una nuova estetica, a un vibrare in cui palpitava il seme della modernità. Sedici assoli firmati da sedici coreografi diversi, nati per una visione online durante la pandemia: stasera alcuni saranno in scena dal vivo, per The Dying Swans Live Experience. Il progetto Swans never die è però già partito ieri sera con il debutto in prima assoluta di Swan, coreografia di Mattia Russo e Antonio De Rosa, alla guida di Kor’sia. Un cigno morente vessato dall’inquinamento, dalla non cura dell’ambiente: Angela Dematté ruota danzando la sua fine su una pedana nel Parco dei Capuccini, un corpo ricoperto di nero come se emergesse dal petrolio, salvato da un pietoso giardiniere – Giuseppe Dagostino – che la ripulisce innaffiandola in una luce di speranza nel futuro.

SONO TANTI gli altri appuntamenti che accompagneranno il festival fino al 30 luglio. Stasera alle 18 e alle 20, alla Cantina Kettmeir di Caldaro, Collettivo Cinetico in Dialogo Terzo: in a Landscape, autore Alessandro Sciarroni, domani MM Contemporany Dance Company in Duo d’Eden di Maguy Marin e ancora Kor’sia nella rimessa in azione di Giselle con piglio decisamente non tradizionale. Tra gli altri autori in programma nelle prossime settimane torna al festival Olivier Dubois con Come out danzato dal Ballet de Lorraine – pezzo politico che ci parla degli scontri tra comunità afroamericana e polizia attraverso Steve Reich – (20 luglio), ma anche con Prȇt à baiser – duetto con lo stesso Dubois sulla Sagra della primavera di Stravinsky (21) e con un’altra declinazione del progetto su La morte del cigno. Protagonisti della 37a edizione anche il Ballet National de Marseille, Silvia Gribaudi, Camilla Monga e molti altri. Attesa per la prima assoluta il 28 di Requiem: partitura originale di Matteo Franceschini eseguita dal vivo dall’Orchestra Haydn, coreografia di El Meddeb, danza la MiCompañia di Cuba. Uno spettacolo dedicato dagli autori a tutte le vittime del Covid. Programma completo del festival www.bolzanodanza.it