Uno «Statuto dell’impresa» per compensare la richiesta del segretario della Cgil Maurizio Landini di una riforma di quello dei lavoratori. È una delle proposte fatte ieri dal presidente del consiglio Conte intervenuto con Landini in apertura della tre giorni di «Futura: lavoro, ambiente, innovazione». Il 2021 per Conte sarà anche l’anno del nuovo lancio delle politiche neoliberali attive del lavoro, ovvero un sistema di «workfare» che prevede la concessione del cosiddetto «reddito di cittadinanza» in cambio della mobilità obbligatoria dei suoi beneficiari anche su tutto il territorio nazionale, lì dove arriverà una richiesta di lavoro. Un obiettivo da raggiungere, in una stagione pandemica, con una recessione in atto dove l’offerta – se ci sarà – sarà bassa e dequalificata, mentre il sistema chiamato «reddito di cittadinanza» è bloccato dal cortocircuito in atto nell’Agenzia Anpal con il controverso presidente Mimmo Parisi. In questo senso va intesa la doppia mossa di ieri: le «politiche attive» saranno finanziate in manovra con un fondo da 500 milioni di euro, mentre il «reddito» sarà rifinanziato fino al 2029 con 4 miliardi di euro in più. Spalmati in nove anni sono spiccioli: 196 milioni nel 2021 e 477 a decorrere dal 2029. Circola a questo proposito anche l’ipotesi di estendere la platea e abbassare il beneficio.

Per Conte il 2021 sarà l’anno della riforma degli ammortizzatori sociali. Più volte annunciata, e discussa una volta a un tavolo con i sindacati, si parla di un sistema «universale» tutto da scoprire. L’anno prossimo sarà quello di una «riforma fiscale e tributaria». In un’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato a metà ottobre il ministro dell’economia Gualtieri ha detto che avrà «un orizzonte triennale», sarà «composta di vari moduli», e il »modulo della riforma dell’Irpef vogliamo sia operativo dal primo gennaio 2022». Rispetto all’orizzonte di attesa tracciato ieri da Conte si dovrà aspettare, forse, un anno in più. Per l’immediato, ha aggiunto Conte, «siamo pronti a stanziare altre risorse per eventuali nuovi ristori anche con un “Ristori ter” o anche con un nuovo scostamento di bilancio»,

Per Landini «il 2021 «deve essere l’avvio di un piano straordinario per creare lavoro, non per licenziare». Landini ha evidenziato l’importanza della scelta fatta dal governo sul blocco dei licenziamenti e la proroga delle casse integrazioni fino al 21 marzo 2021 «perché è il momento di dare un messaggio di protezione» sociale. Sulla riforma degli ammortizzatori sociali Landini sostiene che vanno «semplificati» e resi «universali», in modo da «tutelare tutte le forme di lavoro». Il tema è creare lavoro e fare investimenti, pubblici e privati «per la sanità e la scuola pubblica, per il rispetto dell’ambiente, per il digitale e le infrastrutture.. Non bisogna dare soldi a pioggia, ma concentrare le risorse», Su questo si è detto d’accordo anche Conte il cui governo ha distribuito la pioggia di bonus. ro.ci.