Nei video che la Procura generale egiziana ha consegnato un mese fa a quella di Roma, Giulio Regeni non c’è. Ci sono invece buchi temporali enormi. È il contenuto della nota degli investigatori guidati dal procuratore Pignatone dopo la visione degli scampoli di video che, dopo oltre due anni, Il Cairo aveva accettato di consegnare a Roma.

«Gli accertamenti compiuti hanno permesso di verificare – si legge – l’assenza, tra quanto si è riusciti a recuperare, di video o immagini relative a Giulio Regeni all’interno o in prossimità di stazioni della metropolitana».

Si trattava delle registrazioni delle telecamere di sorveglianza delle stazioni metro della linea 2 della capitale egiziana, tra le 19 e le 21 del 25 gennaio 2016. Ma di quel materiale la società russa incaricata del recupero ha potuto estrapolare solo il 5%. Nessun elemento probatorio, ma «diversi buchi temporali» che richiederanno ulteriori indagini.

A breve il team romano incontrerà di nuovo quello egiziano, ma le speranze di ottenere qualcosa erano pressoché nulle fin dal principio: quei video erano rimasti nella disponibilità del Cairo per due anni e mai consegnati all’Italia. Un altro possibile depistaggio – è il fondato timore – del regime egiziano.