Sicuramente Franco Battiato è stato l’unico autore a scrivere canzoni come emanazione di quel pensiero per niente globale lanciato da John Cage a Darmstad. Infatti nella sua prima vita di artista ricercatore, Battiato ha studiato e approfondito proprio i dettami del compositore americano cercando di recuperare quell’essenza del suono che per il pensiero cagiano era indispensabile proprio per l’avvenire della stessa musica creata. La sua personale ricerca, che nasce da un bisogno di interiorità e di ricercatezze, trova il personale apporto in quella scena italiana che si accostava alla musica inglese, avvicinandosi nettamente all’elettronica. Infatti è proprio il campo attrattivo di Battiato quello della musica elettronica, lui sperimenta e compone cercando di far proprio il personale studio delle nuove tendenze che dalla scuola estiva di Darmstad e dalla Germania in particolare arrivavano. Erano gli anni in cui gli italiani approdavano alla musica seriale post weberniana e persone come Franco Evangelisti, Domenico Guaccero, Ennio Morricone ed altri iniziarono a capire che dalle idee di Cage si poteva pensare ad una possibile musica futura, l’alea certamente che portò poi a quella che fu la vera e propria idea di improvvisazione programmatica. Pertanto Battiato iniziò il suo personale cammino proprio su questo sentiero; quindi quando abbandona la canzone come forma espressiva di una sorta di romanticismo a latere e inizia per la Bla Bla prima e poi per la Ricordi ad incidere i suoi unici ed imprescindibili album Fetus, Pollution, Sulle Corde di Aries, Clic, M.elle Le gladiator, Battiato, Juxe Box, L’egitto prima delle sabbie la logica è nei suoni, in quella che molti chiameranno minimalismo ma che per l’essenza degli stessi troverà negli approdi francesi di Erik Satie i veri antecedenti. In questi album alterna l’uso dell’elettronica agli strumenti acustici e inserisce la sua voce come strumento che divide con quella incantevole di Alide Maria Salvetta, morta troppo presto per non ricordarla come una delle voci più autentiche di quella ricerca italiana che era in linea con quella tedesca.

A LUI SI AFFIANCANO due mostri sacri della musica contemporanea Antonio Ballista e Bruno Canino. Sono i due pianisti che suonano in duo molta musica composta in quel periodo e non mancano in quasi tutte le registrazioni che abbiamo citato. Come non mancherà quasi mai l’amico di sempre, Juri Camisasca con lui dalla prima ora. Tutta questa esperienza sarà il vero tesoro dell’innovazione della canzone che inizierà con L’era del cinghiale bianco . Saranno grandissimi successi che nasceranno proprio dall’idea di suono e di ricerca che negli anni aveva avuto modo di apprendere e di sperimentare. Dall’altro versante non manca l’idea di scrivere delle vere e proprie opere liriche iniziando da Genesi, Gilgamesh, Il cavaliere dell’intelletto e l’ultima Telesio che rappresentata a Cosenza non venne comprese dal pubblico materano di Materadio del 2011. Ma in ogni album che ha composto Battiato ha sempre fatto riferimento all’esperienza elettronica, tant’è che spesso gli echi di quella vera fucina di novità li ritroveremo numerosi. Franco Battiato non era un cantautore, nel senso che anche se scriveva testi e musiche la sua idea era oramai molto lontana dalla logica cantautoriale italiana. Piuttosto fu uno dei pochissimi compositori che seppe intrecciare i linguaggi del passato con quelli del futuro. Anzi fu certamente l’unico che non tradì mai la sua incredibile voglia di sperimentare e di ricercare.