Ripercorrere, o scoprire, la storia di una delle più importanti band italiane della scena hardcore: i torinesi Negazione. Collezione di attimi (Goodfellas edizioni) è un collage di fotografie in bianco e nero, polaroid, locandine, ritagli di fanzine e giornali, frammenti di memoria che ci fanno ritornare nel mezzo di un movimento, nato come sotterraneo, ma che scosse le fondamenta del mondo musicale, diventando l’indispensabile premessa alla rinascita del rock negli anni Novanta. I protagonisti di quella generazione oggi hanno superato i 50 anni e possono raccontare cosa volesse dire crearsi una propria cultura, una propria scena, capace di ripudiare le convenzioni, contestare il conformismo, vivere di una rete sociale non virtuale, ma costruita pezzo per pezzo, concerto dopo concerto. Nove anni di carriera, tre album, diversi ep e collaborazioni, mille live in giro per il mondo, i Negazione iniziarono nei centri sociali, passarono dal CBGB di New York e finirono la loro carriera sul palco di un Monsters of Rock a Modena nel 1991 davanti a migliaia di persone quando aprirono per una line-up stellare: Black Crowes, Queensrÿche, Metallica e AC/DC. La loro missione era compiuta e conclusero così la loro avventura. Il libro, curato nella parte grafica dall’artista DeeMo, raccoglie materiali e ricordi di Tax (Roberto Farano), chitarrista della band, e Zazzo (Guido Sassola), cantante. È dedicato alla memoria di Marco Mathieu il terzo membro stabile della formazione, bassista poi divenuto giornalista molto noto, scomparso nel 2021 dopo aver passato quattro anni prigioniero del grande silenzio di un coma causato da un incidente stradale. Nella foto più bella del libro lo vediamo correre durante un concerto sul colossale palco allestito per gli AC/DC, in una zona che gli organizzatori avevano interdetto ai gruppi spalla. Marco se ne era fregato. Lui e i Negazione avevano attraversato l’Europa delle frontiere e dei muri in furgone, suonando in posti in cui la polizia aveva paura ad entrare e partecipato a rivolte giovanili in Germania. «Noi distruggeremo la felicità delle vostre domeniche. Perché noi, noi vi abbiamo condannati a morte nel vostro quieto vivere», recitava una loro canzone. C’è stata una stagione in cui i giovani non avevano paura di nulla e questo libro ce lo ricorda.