Ridere fa ridere, il «dipartimento mamme» varato tra altri 40 nella nuova direzione Pd. Accanto a «pari opportunità», mentre è assente «diritti civili». Evoca gli anni cinquanta cantati da Edoardo Bennato, «viva la mamma con quella gonna un po’ lunga», un mondo retrò, nostalgico, regressivo. In cui le donne sono come devono essere. Madri. E allora la risata si spegne. Perché neanche la Dc dei tempi d’oro ha mai fatto nulla del genere. E questa operazione furbetta di marketing politico, che strizza l’occhio alle tante mamme blogger a vario titolo sparse per il web, si rovescia contro chi l’ha pensata. La sollevazione è ampia, tra donne di diversa età, dotate o meno di prole. Il punto scottante è proprio quella parola: mamme. Come se non ci fosse altro, per dire le donne, mentre le divide, in una estrema riduzione a quell’unica funzione: la maternità. Il contrario della valorizzazione, come invece argomentano i fan di questa scelta. Per non dire delle politiche miserevoli, che si nascondono dietro l’etichetta: per esempio il vantato «bonus mamma» (un vizio coltivato), 800 euro che non risolvono il conflitto tra vita e lavoro. Mamme o non mamme, non è questo il punto. È vero che l’Italia è un paese che non fa figli, ma lo sarà sempre di più, se non si combattono il lavoro, e la vita, precari.