Dalla spiaggia fascista di Chioggia alla casa vacanze omofoba di Capo Vaticano. Cresce il turismo intollerante. E questa rovente estate 2017 si macchia di un’altra vergogna. «Non accettiamo né gay, né animali». È la risposta che il titolare di una guest house di Ricadi, nei pressi di Tropea, ha dato a una coppia gay di Napoli che voleva trascorrere un weekend al mare sul Tirreno. Dopo aver regolarmente prenotato online, la coppia ha contattato il proprietario su Whatsapp per chiedere ulteriori informazioni. E alla fine del breve dialogo in chat arriva la precisazione del titolare: «È il primo anno che fittiamo e la depandanza è nuova nuova… finita a maggio. Importante e mi scuso se posso sembrare troglodita. Non accettiamo gay e animali. Mi perdoni ancora».

A denunciare l’episodio è l’Arcigay di Napoli a cui i due giovani si sono rivolti. «Quando ho letto questo messaggio mi è cascato un silos di acqua gelata addosso – ha detto Gennaro, uno dei due giovani – Nella mia mente si è materializzata l’immagine dei cartelli nazisti esposti fuori ai negozi, con i quali si proibiva l’ingresso ai cani e agli ebrei». Gennaro si è anche rivolto al linguista Massimo Arcangeli che ha pubblicato la storia dei due ragazzi sui social. «Possibile – continua Gennaro – che in un momento storico nel quale ci si interroga politicamente sulla necessità di eguagliare le unioni incentrate sull’amore di qualsiasi genere ci sia ancora chi, con tanta leggerezza, discrimini sulla base dell’orientamento sessuale? I soldi per l’affitto che io e il mio compagno gli avremmo dato non sarebbero stati uguali a quelli che avrebbe ricevuto da una qualsiasi coppia etero? Ti garantisco che non ci sono rimasto male per noi due: nel mio cuore ho pensato alle ricadute pesantissime che un messaggio del genere avrebbe potuto avere su un ragazzo più giovane, che fatica a riconoscersi, ad accettarsi».

Il comitato provinciale Arcigay di Napoli si dice indignato e chiede «l’esclusione della casa vacanza dal sito booking.com e da tutti i siti di prenotazione turistica che non vogliano, nel 2017, perpetuare logiche commerciali razziste e antidemocratiche. Ci auguriamo inoltre un intervento deciso da parte del comune e delle autorità predisposte alla vigilanza e al contrasto alle discriminazioni». Ad onor di cronaca, il comune di Ricadi è intervenuto, anche se in modo blando senza prender provvedimenti: «A Ricadi siamo persone civili ed evolute, e simili discriminazioni e differenze nel 2017 non si possono sentire. Ognuno è libero di vivere la propria vita sessuale come meglio crede», ha dichiarato il vicesindaco, Patrizio Cuppari. «Siamo stati fra i primi ad approvare un regolamento per i matrimoni civili fuori dalla sede municipale. Proprio il 23 giugno scorso il sindaco Giulia Russo ha celebrato sulla spiaggia di località Riaci, sempre nel comune di Ricadi, un matrimonio fra persone dello stesso sesso. Un fatto – conclude Cuppari – comunque da deplorare». No comment del comune di Ricadi sulla richiesta avanzata dai movimenti Lgbt di revocare la licenza all’affittacamere omofobo.

Anche il presidente della regione Oliverio è intervenuto: «Condanno duramente chi ferisce gratuitamente la dignità e il rispetto altrui, per restrizioni mentali soggettive, rischiando di riflettere all’esterno un’immagine della Calabria non rispondente alla realtà». Il gestore del B &B era stato coinvolto in un’inchiesta di ’ndrangheta. Il nome dell’uomo, Filippo Mondella, 44 anni, originario di Francica, figurava nel procedimento penale nato dall’operazione antimafia denominata «Black money». Nei suoi confronti il Tribunale di Vibo ha dichiarato prescritto il reato di intestazione fittizia di beni in concorso con Giuseppe Mancuso, 40 anni, di Limbadi.