Il primo passo per la creazione del governo dei poveri e dei disoccupati attraverso l’algoritmo e le piattaforme digitali è stato compiuto ieri con la firma dell’intesa tra il governo e le regioni. Il «piano straordinario», lungamente atteso e dibattuto tra il vicepremier ministro del lavoro e sviluppo Luigi Di Maio e la conferenza delle regioni guidate dal governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, definisce la distribuzione dei tremila «navigator» precari per regioni e province sulla base dei nuclei familiari che hanno i requisiti e sono potenzialmente beneficiari del sussidio impropriamente detto «reddito di cittadinanza». A marzo sono arrivate 800 mila richieste tramite le Poste, i Caf e online. Ne sono state respinte 177.422, sono state accettate 487.667. L’Inps ha fatto partire i messaggi di avviso tramite sms e mail. A breve gli importi saranno erogati.

L’INTESA NON CHIARISCE le sorti dei 654 precari dell’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro (Anpal Servizi). Insieme ai «navigator» formeranno l’ente con il numero più alto di precari in Italia. Oggi, da mezzogiorno, sarà pubblicato sul sito di questa agenzia il bando per la selezione dei «navigator» che si svolgerà entro luglio e prevede la partecipazione di almeno 60 mila persone a Roma. Una volta terminata la selezione a base di test, i vincitori avranno uno stipendio da 27.388,76 euro lordi l’anno, circa 1.600 euro al mese. Nella classifica delle regioni è in testa la Campania con 471 «navigator» (274 a Napoli), Sicilia (429) e Lombardia (329), 195 a Roma, 76 a Milano. Queste persone saranno formate cammin facendo dall’Anpal Servizi. È stata inoltre stabilita l’assunzione e la ripartizione di 6 mila nuovi dipendenti dei centri per l’impiego e la stabilizzazione di altri 1600 precari. Le risorse stanziate nel 2019 sono 467,2 milioni, 403,1 milioni nel 2020. Saranno usate per il potenziamento delle infrastrutture e delle reti informatiche dei centri dell’impiego e per l’assunzione di 11.600 persone che si aggiungono alle quasi 8 mila attuali, di cui meno di duemila precarie. In Germania, il paese scelto a modello dal governo per l’applicazione di un modello di workfare ancora più esigente e condizionante sulla carta, il personale delle «politiche attive del lavoro» è pari a 110 mila persone. La selezione dei nuovi operatori dei centri per l’impiego partirà a giugno con concorsi regionali che assumerà personale a tempo indeterminato. Nelle intenzioni del governo, dopo due anni di precariato i «navigator» dovranno rifare un concorso per essere assunti in pianta stabile, con il rischio di non esserlo. La fretta di creare nuovi precari si è imposta perché, nel piano di digitalizzazione del presidente dell’Anpal Mimmo Parisi, i «navigator» sono reputati essenziali per svolgere un ruolo di «case manager» con i disoccupati e i poveri da reinserire nel mercato del lavoro.

DOPO MESI DI CONFLITTO con le regioni, che hanno minacciato anche di ricorrere alla Corte Costituzionale per difendere le loro prerogative sulle politiche dell’occupazione, il «piano» ha trovato una formulazione barocca ma che permette di rispettare formalmente la divisione dei compiti. I «navigator», infatti, non sostituiranno «le funzioni dei centri per l’impiego» ma saranno «in raccordo e a supporto degli stessi». Il «navigator», un neologismo coniato dalla teoria di Parisi ispirata a un mix tra soluzionismo tecnologico e un repertorio di politiche manageriali per la gestione delle «risorse umane», avrà un ruolo di «assistenza tecnica» alle regioni e dovrà istituire con il beneficiari del «reddito» un rapporto di «reciproca responsabilità».

È INTERESSANTE NOTARE che il «case» o «care» managing a cui sono chiamati i «navigator» è una pratica di natura clinica, adottata in campo sanitario, dal personale medico e infermieristico per malati che hanno bisogno di cure. Si è così stabilita un’analogia con il povero e il disoccupato, trattati come soggetti ugualmente vulnerabili da «curare» come un «caso» clinico, ma con pratiche diverse: la ricostruzione della personalità morale e dell’autonomia individuale, in primo luogo. Questa attività psicologica, di valutazione, pianificazione e collaborazione sarà inserita in un rapporto costi-benefici.

IL SISTEMA DI «EMPOWERMENT» è solo preparatorio rispetto alla produzione di «big,smart e fast data» che saranno estratti dalle attività dei beneficiari sulla piattaforma digitale per l’incrocio della domanda e dell’offerta del lavoro (Siupl) presso l’Agenzia Nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) e quella per l’inclusione sociale (Siuss) presso il ministero del lavoro. Si tratta di un sistema, in corso di elaborazione, presentato come il passaggio delle politiche attive del lavoro all’economia delle piattaforme digitali, la «quarta» rivoluzione industriale e la «new economy».

IL «REDDITO» così concepito è diventato l’occasione di governare la forza lavoro con le stesse tecniche del commercio o della pubblicità online finalizzate all’aumento del tasso di partecipazione al mercato del lavoro, una crescita dei consumi e una nuova distribuzione di incentivi alle imprese.