Dal sei marzo sarà possibile fare domanda dal sito dell’Inps per il sussidio detto impropriamente «reddito di cittadinanza», ma ancora non è stato trovato l’accordo tra il governo e le regioni su chi dovrà assumere i 6 mila «navigator» precari, ritenuti indispensabili per «guidare» i beneficiari del sussidio all’obbligo del lavoro per i comuni, alla formazione e all’accettazione di un lavoro a 100, 250 o 500 km da casa dopo 6, 12, 18 mesi. Le trattative si sono arenate e il bando atteso non è ancora pubblico. «I nodi devono ancora essere sciolti – ha detto la coordinatrice degli assessori al Lavoro della Conferenza delle Regioni, Cristina Grieco – Sui navigator – ha aggiunto l’assessore al lavoro della Toscana – avevamo chiesto che ci fosse l’intesa con le Regioni e invece hanno previsto il parere: per noi questa è una chiusura e la riteniamo non accettabile». «Se non ci saranno modifiche al decreto (ora alla Camera, ndr.) sarà caos nei centri per l’impiego» ha aggiunto Claudio Di Bernardino (Regione Lazio).

Le regioni si oppongono all’assunzione di seimila nuovi precari da parte dell’Anpal Servizi, l’ente presieduto dal professore del Mississippi Mimmo Parisi che realizzerà anche in Italia una «applicazione» che incrocia domanda e offerta di lavoro. Li vogliono assumere direttamente con un concorso che il governo non vuole perché le procedure potranno durare forse un anno. Per il ministro del lavoro Di Maio, che si sta giocando tutte le carte in vista delle elezioni europee a maggio, i «navigator» vanno assunti subito per fare partire il sussidio entro april. Sembra essere saltata l’ipotesi di mediazione: una parte dei «navigator» contrattualizzata da Anpal, con il compito di fare assistenza agli uffici delle Regioni tramite una convenzione. «Di Maio dice di aver dato segnali importanti, ma non è così – sostiene Grieco – Non vogliamo precari che lavorano nei centri per l’impiego senza concorso, né un dualismo tra “navigator” e gli altri operatori: i centri per l’impiego devono dare servizi universali».