Ora saranno i servizi di sicurezza – Aisi e Aise – a dover decidere se
continuare a opporre il segreto sul traffico dei rifiuti. Al termine di
una lunga riunione, mercoledì 4 dicembre l’Ufficio di Presidenza della
Camera ha dato una prima risposta alla lettera in cui Greenpeace
chiedeva la desecretazione di tutti gli atti relativi alle indagini
sulle navi a perdere, alla morte del capitano Natale De Grazia e
all’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Proposta subito rilanciata
dal manifesto, che ha seguito negli ultimi anni da vicino le inchieste,
scontrandosi in molti casi con la lunga serie di omissis.
La proposta è arrivata dalla presidente della Camera Laura Boldrini, che
ha accolto in pieno la richiesta di trasparenza di Greenpeace, chiedendo
una ricognizione degli atti contenuti negli archivi delle Commissioni di
inchiesta sul ciclo dei rifiuti che hanno operato nelle ultime tre
legislature (presidenti Massimo Scalia, Paolo Russo e Gaetano
Pecorella), e della Commissione sul caso Alpi-Hrovatin. L’intenzione,
fanno sapere dalla presidenza della Camera, è di arrivare a desecretare
il più alto numero di documenti.
La palla passa all’intelligence, che ha sottoposto a segreto il maggior
numero di atti trasmessi alle commissioni parlamentari d’inchiesta. Per
tutti gli altri documenti e i verbali secretati, come per quello del
collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, si potrà procedere alla
desecretazione dopo aver interpellato l’autorità giudiziaria verificando
di non interferire con indagini ancora in corso.
La riunione per avviare la desecretazione è stata convocata – fanno
sapere dagli uffici della Camera – su richiesta della presidente Boldrini,
come risposta alla richiesta di Greenpeace, alla nota dei Verdi e
all’articolo del manifesto.