Due anni e mezzo in una colonia penale. Il tribunale Babushkinskij di Mosca ha confermato la precedente sentenza nei confronti di Aleksej Navalny, che applicava la pena detentiva in sostituzione di quella sospesa nel caso Yves Rocher.

Un nulla di fatto per il ricorso della difesa, anche se i suoi avvocati hanno annunciato di voler presentare un nuovo appello a una corte di rango più elevato.

Nel frattempo, stando a quanto riferito dall’agenzia Ria Novosti citando proprie fonti, l’oppositore potrebbe essere trasferito in una delle colonie penali del Distretto federale centrale russo entro una settimana.

Una presa di posizione delle autorità russe, che mostrano di non voler cedere alle pressioni internazionali culminate pochi giorni fa con la richiesta di rilasciare immediatamente Navalny da parte della Corte europea per i diritti dell’uomo.

Proprio ieri, il ministero della Giustizia russo ha inviato una domanda ufficiale alla Corte di Strasburgo per rivedere la decisione sull’applicazione di misure provvisorie nei confronti dell’oppositore, che sempre nella giornata di ieri è stato riconosciuto colpevole di diffamazione ai danni di un veterano della Seconda guerra mondiale e condannato a pagare una multa di 850mila rubli (circa 9.480 euro).

Secco il commento ai giornalisti del portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, che alla domanda se Navalny potrà avere un futuro politico ha risposto: «Non sono certo affari nostri: abbiamo leggi che regolano la procedura per la partecipazione dei cittadini al processo elettorale, dando loro il diritto di votare ed essere eletti».

La vita politica nazionale, ha aggiunto, continuerà a «svilupparsi normalmente» in vista delle prossime elezioni parlamentari.