Ha preso il via ieri la visita a Mosca dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell: il capo della diplomazia europea che ha dichiarato, rispetto ai rapporti Russia-Ue: «Sono peggiorati negli ultimi dieci anni….Ora ci vediamo come rivali e concorrenti e non come partner».

Non incontrerà Vladimir Putin, ma il ministro degli Esteri Sergej Lavrov su temi che impattano negativamente i rapporti bilaterali. Dal conflitto in Ucraina al ruolo della Russia in Libia e Siria, fino all’approccio sui diritti umani: la visita, secondo l’Ue, sarà l’occasione per discutere il caso di Aleksej Navalnyj, condannato ad una pena detentiva il 2 febbraio, e della repressione ai danni dei manifestanti che protestano contro la sentenza.

BORRELL CHIEDERÀ non solo di incontrarlo, ma anche di «liberarlo, insieme ai manifestanti». La situazione è stata condannata dalla comunità internazionale e dallo stesso Borrell, che dopo aver appreso della sentenza ha definito la decisione «contraria agli impegni internazionali e al verdetto della Corte europea per i diritti dell’uomo», che ha giudicato «arbitrario e irragionevole» il caso.

Ma come scriveva ieri il Corriere della Sera, Navalnyj «ha fatto la sua fortuna politica combattendo contro la corruzione e mettendo alla berlina la compagine di governo, definendola il partito “dei ladri e dei truffatori”: per il potere, però, il vero ladro è lui, che assieme al fratello Oleg imbrogliò l’azienda di cosmetici Yves Rocher venendo poi condannato».

La visita avviene in un contesto che vede l’Europa divisa proprio nel rapporto con Mosca: un primo contrasto riguarda i vaccini prodotti dalla Russia – Sputnik V ed EpiVacCorona i due attualmente registrati – che stanno arrivando numerosi in svariati paesi dell’Unione nonostante le critiche iniziali ai tempi ridotti per testarne la sicurezza all’inizio della pandemia.

Nonostante ciò, l’efficacia di Sputnik V viene attestata anche dalla rivista The Lancet che ha confermato l’efficacia del vaccino al 91,6%. L’annuncio segue la firma di accordi di fornitura in vari paesi come la Serbia, che importerà due milioni di dosi tra febbraio e marzo e prevede l’avvio di produzione in loco con il sostegno di esperti russi.

Accordi simili sono stati firmati anche in Iran, Algeria, Bielorussia e Montenegro. Lo stesso ministro dell salute tedesco, Jens Spahn, non ha escluso la possibilità di utilizzare in Europa i vaccini prodotti da Russia e Cina, per sopperire alla carenza di dosi.

CI SONO POI contrasti sul completamento del Nord Stream 2, su cui la Germania ha interessi fortissimi e che le autorità di Berlino stanno facendo il possibile per difendere dalle pressioni di Stati Uniti e Francia. Proprio Parigi ha recentemente chiesto la sospensione dei lavori come contromisura per l’arresto e la condanna di Navalnyj.

Nonostante tutto, la Germania non sembra per ora intenzionata ad accogliere le richieste: il completamento del gasdotto rappresenta una priorità per il Paese, che vedrebbe consolidato il suo ruolo di hub europeo del gas.

Non solo: il raddoppio del Nord Stream consentirebbe alla Germania di diventare indispensabile a molti paesi dell’Europa centrale e orientale per le forniture di gas, e di acquisire i diritti di passaggio. In questo contesto si inseriscono anche gli Stati Uniti, i cui rapporti deteriorati con Mosca hanno però fatto da due giorni un passo avanti importante con l’accordo per estendere di altri cinque anni il Trattato New Start sul controllo degli armamenti, stracciato da Trump e in scadenza oggi.

NELLA LORO TELEFONATA del 26 gennaio, Putin e Joe Biden hanno confermato «differenze profonde» convenendo però sulla necessità di non pregiudicare la cooperazione, che anzi richiede un «dialogo molto intenso». L’estensione è stata lodata dalla comunità internazionale: il segretario generale Nato Jens Stoltenberg ha parlato di «un inizio per rafforzare il controllo internazionale sugli armamenti», e lo stesso Borrell ha parlato di «un contributo fondamentale alla sicurezza europea».

Uno sviluppo positivo, che potrebbe però essere pregiudicato dall’imposizione di nuove sanzioni associate alla vicenda Navalnyj. La sua Fondazione ha infatti chiesto a Biden nuove sanzioni contro l’entourage di Putin, chiedendo misure restrittive per 35 cittadini russi come l’oligarca Roman Abramovich, il direttore del Fsb Aleksandr Bortnikov e il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.

Ciò potrebbe tuttavia peggiorare la posizione dello stesso Navalnyj agli occhi dell’opinione pubblica russa: quanto richiesto infatti prefigura una aperta interferenza Usa in una vicenda che la Russia considera interna, sebbene di caratura internazionale.

NON SOLO: nuove misure restrittive causerebbero effetti a catena sui Paesi europei compresa l’Italia. I dati diffusi da Coldiretti ieri evidenziano infatti una perdita di 1,3 miliardi di euro dal 2014 per i prodotti agroalimentari Made in Italy per le mancate esportazioni in Russia dovute all’embargo deciso da Putin contro i Paesi che hanno imposto sanzioni a Mosca.