Come ormai da consuetudine appena riprendono le manifestazioni e le proteste, arriva puntuale l’arresto di Alexey Navalny, leader dell’opposizione liberal-populista russa. Ieri era sceso in strada per comprare i fiori per il compleanno della moglie quando è stato avvicinato dalla polizia e condotto in guardina. Ci resterà almeno per una settimana. «Pensavo fosse legale comprare i fiori» ha commentato ironicamente.

Il pretesto per il nuovo arresto, è stata la manifestazione che si è tenuta sabato scorso a Mosca contro il Comitato elettorale che aveva respinto la candidatura per il consiglio comunale ad alcuni attivisti d’opposizione, per motivi procedurali. Lì Navalny avrebbe pronunciato parole ritenute «potenzialmente reato». La scorsa settimana, le commissioni distrettuali hanno rifiutato di registrare 57 candidati alla Duma appartenenti a varie liste d’opposizione. Malgrado il clima estivo, la protesta ha attratto, come riportava Interfax, ben 15 mila persone, in gran parte giovani e giovanissimi.

«La Russia sarà libera!» «Russia senza Putin!», gli slogan gridati mentre gli oratori si alternavano sul palco. Perr il 27 luglio è prevista una nuova manifestazione a cui però le autorità locali non intendono dare l’autorizzazione. «Ma noi non molliamo», affermano i membri del Partito Pirata, una delle liste coinvolte. Per gli oppositori, il sindaco Sergej Sobjanin (di Russia Unita) teme che – malgrado il giudizio positivo della maggioranza dei moscoviti sul suo governo – le elezioni comunali possano trasformarsi in un referendum sulla situazione politica e sociale.

Si tratta infatti del primo importante test elettorale per Putin dopo la contestatissima riforma delle pensioni e l’arresto del giornalista Ivan Golunov seguito ai suoi reportages sui grandi affari, non sempre legali, che attraversano la città.