Almeno dodici migranti sono morti in un naufragio avvenuto ieri davanti alle coste libiche. A darne notizia è stata l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) secondo la quale l’imbarcazione sulla quale si trovavano un trentina di migranti sarebbe affondata davanti alle coste di Zawya. Tra le vittime anche due bambini.

Alarm Phone aveva riferito in precedenza di un’imbarcazione in difficoltà al largo di Zawiya, e di un testimone che indicava 15 morti e 17 persone riportate in Libia. «Per chi fugge dalla guerra e dalle torture libiche i governi europei hanno deciso che non debbano esserci altre alternative che rischiare la vita mettendosi nelle mani dei trafficanti.

«Non si tratta di incidenti, ma di omicidi, conseguenze di precise scelte politiche», ha commentato Alessandra Sciurba di Mediterranea Saving Humans. Per la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova «per troppo tempo si è tergiversato sulla pelle altrui, in Italia e in Europa. Anche una sola persona in pericolo va tratta in salvo. Lo dicono le regole del mare, ma soprattutto la nostra coscienza».

«Quello che accade nel Mediterraneo è disumano e inaccettabile», afferma invece Valentina Brinis, operatrice legale della ong Open Arms. « Siamo stanchi di assistere a morti in diretta. Continuiamo a chiedere soluzioni strutturali e definitive che tutelino la vita e i diritti».