Almeno 18 migranti hanno sono morti in un naufragio avvenuto lunedì in Libia al largo della città di Zuara. La notizia, data inizialmente dall’Unhcr che parlava di 14 dispersi, è stata confermata ieri dalla cosiddetta Guardia costiera libica secondo al quale i sopravvissuti sarebbero 51. Tra le vittime ci sarebbero anche una donna e un bambino. «Tra la notte scorsa e oggi (lunedì, ndr) 279 persone sono state riportate alla base navale di Tripoli (95) e al porto della raffineria di petrolio di Azzawiya , 45 chilometri a est di Tripoli dopo tre sbarchi», ha scritto l’Unhcr.

Insieme alle Canarie, quella del Mediterraneo centrale si conferma come la rotta più pericolosa del mondo. Dall’inizio dell’anno allo scorso 21 agosto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha contato 392 persone annegate e 632 disperse, per un totale di 1.024 vittime. 46 in più rispetto all’anno scorso quando i morti accertati furono 381 e i dispersi in mare 597 (978 in tutto).

Per quanto riguarda i migranti intercettai e riportati indietro dai libici quest’anno sono stati 22.419 (tra cui 1.530 donne e 803 minori) a fronte delle 11.891 persone del 2020.

Intanto nel Mediterraneo continuano gli allarmi per le imbarcazioni in difficoltà. Alarm Phone ha segnalato un’imbarcazione con 50 migranti a bordo che lunedì ha chiesto soccorso a quando si trovava 40 miglia al largo di Lampedusa, mentre ieri ha denunciato di aver ricevuto una chiamata da un’imbarcazione con 25 persone in difficoltà in zona Sar maltese. «Nel gruppo ci sono 7-10 bambini, uno dei quali disabile, e una donna che si dice sia in coma», ha scritto Alarm Phone su Twitter. «Hanno anche problemi al motore. Le autorità sono informate. Non lasciateli annegare».