Almeno cinque persone, tra le quale due bambine e una donna incinta, risultano disperse in seguito al naufragio di un piccola imbarcazione avvenuto ieri 30 miglia a sud di Lampedusa. Sul barchino si trovavano in tutto 20 migranti. I superstiti sono stati soccorsi da un peschereccio di Mazara del Vallo che in seguito ha sbarcato i naufraghi sull’isola delle Pelagie. Fra i sopravvissuti due sono risultati positivi al Covid 19 e per questo sono stati posti in isolamento insieme a tutti gli altri.

Da tre giorni intanto non si hanno più notizie di un barcone con 180 migranti che si trovava in difficoltà a causa del maltempo a sud dell’isola di Creta. A dare l’allarme è Alarm Phone, la piattaforma che aiuta i migranti nel Mediterraneo, secondo la quale la Guardia costiera greca dopo essere stata avvertita avrebbe garantito il soccorso dei naufraghi entro le 21 di mercoledì. Da allora, però, non si hanno più notizie dell’imbarcazione, mentre gli stessi migranti hanno inviato ad Alarm Phone un breve video in cui uomini mascherati intimano in greco ai migranti di tornare indietro. Cosa che non si esclude possa essere avvenuta nonostante la notevole distanza della Turchia da Creta.

Non è la prima volta che l’isola greca risulta essere una tappa dei barconi diretti in Europa, tanto da far supporre la nascita di una nuova rotta. Solo alcuni giorni fa nel porto di Reggio Calabria è arrivato un peschereccio che dopo essere partito dalla Libia aveva fatto scalo a Creta e successivamente si è diretto verso l’Italia. A bordo erano presenti 67 persone provenienti da Egitto, Iran, Afghanistan, Siria, Kuwait Palestina e Iraq. Tra i migranti sette donne e 25 minori non accompagnati. In precedenza altri due pescherecci libici erano arrivati sempre in Calabria.