Giorni di festa da celebrare con un doppio appuntamento con la canzone napoletana, appena dopo mezzanotte su Rai Uno. A Natale Enrico Caruso, il primo dell’anno Sergio Bruni, due serate d’onore ideate da Maurisa Laurito, direttrice del Teatro Trianon Viviani e realizzate sul palcoscenico dell’antica sala, nel cuore del centro storico di Napoli. Il centenario, 2 agosto 1921, della scomparsa del grande tenore -un eroe dei due mondi in ambito musicale, Napoli e l’America- è stato celebrato dappertutto con convegni, spettacoli e concerti. L’attrice partenopea conduce il racconto della sua gloria dal tavolato del teatro dove Bruno Garofalo ha allestito la scenografia, ispirandosi alla hall di un albergo dei primi anni del ‘900, con un piano a coda, poltrone e stampe d’epoca. Da New York Mauro Gioia ci condurrà nei “luoghi” del grande tenore e interpreterà dal vivo uno dei cavalli di battaglia di Caruso: Because. Ripercorrendo le sue vicende da quando era un giovane apprendista meccanico di fontane di ghisa, ragazzo di umili origini, che canta per i colleghi e ben presto trova ingaggi disparati tra le periodiche riunioni dei salotti e gli stabilimenti balneari. Inizia a studiare col maestro Guglielmo Vergine e in pochi anni gli si spalancano le porte dei più importanti teatri d’opera fino al Metropolitan di New York con Rigoletto nel 1903. E lo assolda anche la nascente industria del disco, ricoprendolo d’oro per alcune registrazioni (sarà il primo a vendere più di un milione di copie di un suo album). La serata d’onore vedrà il contrappunto di interviste esclusive con gli artisti Andrea Bocelli, Cecilia Gasdia, Vittorio Grigolo, Jonas Kaufmann, Daniel Oren, Ron, il Volo e del sindaco Gaetano Manfredi oltre ai contributi video della studiosa Giuliana Muscio, autrice di un film-documentario The Greatest Singer in the World? sul divo che ha trasformato l’universo della lirica e il mondo della canzone con la sua inimitabile voce , “dall’incredibile ricchezza di colori e dalla dizione assai nitida”. Si susseguono riprese e documenti d’epoca, fotografie, filmati di grandi tenori alle prese col repertorio di Caruso e una serie di esibizioni dal vivo, tra cui Lina Sastri, che racconta l’anima napoletana di Caruso interpretando Core ‘ngrato, scritta proprio per lui da due italiani d’America, e Nicholas Ceragioli, il talentuoso cantante adolescente, speranza del panorama lirico internazionale.

LA VOCE  di Napoli, così Eduardo De Filippo definì Sergio Bruni, protagonista dell’altro ricordo televisivo, introdotto dall’orchestra diretta da Vince Tempera, con una fantasia di celebri canzoni di Bruni, all’anagrafe Gugliemo Chianese da Villaricca, nato il 15 settembre 1921, da Vieneme ‘nzuonno a Il mare, fulgido cantante di quindici festival della canzone napoletana e tre Sanremo, con una vocalità sublime, tra il mellifluo tremolìo e la cristallina trasparenza delle note. Zigzagando tra le immagini pubbliche e private di questo artista, inquieto ricercatore e studioso della tradizione musicale (la sua Antologia della Canzone Napoletana in 12 dischi è una pietra miliare delle sonorità del golfo), Marisa Laurito, che fu una sua allieva, anima l’itinerario tra documenti d’epoca, fotografie, filmati e una serie di esibizioni del repertorio più interessante di Bruni, tra cui Tosca (Graziella), Raiz (Palcoscenico), Andrea Sannino (Amaro è ‘o bene e Maruzzella), Enzo Gragnaniello (Indifferentemente), per terminare con Napule doceamara di Raiz e Fausta Vetere della Nccp. Tony Esposito interpreta, insieme con la compagnia Stabile della Canzone napoletana, una versione spettacolare della celebre Rumba d’ ‘e scugnizzi di Raffaele Viviani, arrangiata da Pino Perris, che dirigerà anche Irene Scarpato in Scètate. Tra le testimonianze, Renzo Arbore, il musicologo Pasquale Scialò, Enzo Avitabile, che racconta l’incontro con Bruni ed esegue una versione esclusiva di Carmela, Roberto De Simone, Massimo Ranieri e Adriana, figlia del maestro.