Era il 2009 quando Glenn Kurtz, a Palm Beach Gardens, scoprì dimenticati in un armadio di famiglia dei materiali cinematografici in 16 millimetri. Senza sapere di cosa si trattasse li fece sviluppare. Meno male, perché di lì a poco non sarebbe più stato possibile perché si sarebbe tutto deteriorato. Quei materiali erano la testimonianza del viaggio che suo nonno David e altri famigliari fecero in Europa nel 1938. Una sorta di Gran Tour, Parigi, Amsterdam, Londra, Lucerna e Nasielsk. Sì proprio Nasielsk un paesotto polacco, a Nord di Varsavia, non esente da pogrom, da cui era partito molti anni prima per cercare fortuna negli Stati uniti. Un po’ in bianco e nero, un po’ a colori Kodachrome, quelle immagini di Nasielsk si sono rivelate una testimonianza unica. Il primo a cercare di sapere qualcosa fu Glenn che un po’ alla volta riuscì a capire quale fosse il paese, scoprì che nel 1938 gli abitanti erano 7mila, di cui 3mila ebrei. E quelle poche decine di secondi di immagini, dopo quattro mesi di restauro, sono finiti al Museo della Shoah. Una volta acquisiti dal museo della memoria sono diventati fruibili sul sito.

E QUI LA PRIMA sorpresa, Glenn riceve una mail da una sconosciuta che afferma di essere la nipote di un certo signor Maurice Chandler di Detroit (originariamente Moszek Tuchendler), ultraottantenne, ancora vivo, e che suo nonno tredicenne è riconoscibile in quelle immagini di Nasielsk. Viene organizzata una riunione delle due famiglie per vedere il filmato tutti insieme e Maurice-Moszek non solo riconosce se stesso, ma anche diversi compaesani. Nel frattempo Glenn ha scritto un libro su questa storia Three Minutes in Poland: Discovering a Lost World in a 1938 Family Film.Questa storia è arrivata a intrigare molto anche Bianca Stitger che a sua volta decide di lavorare su quel materiale. E lo fa con un approccio singolare: le immagini che si vedono sono solo quelle originali, nient’altro. Eppure non affiora la noia per quelle immagini dilatate, come ricorda il titolo del film, presentato alle Giornate degli autori: Three Minutes – A Lenghtening. Perché così, grazie anche alla voce fuori campo di Helena Bonham Carter, oltre a quella di Glenn e Maurice, scopriamo un’infinità di cose, come se stessimo assistendo a una appassionante detective story. Un’indagine su qualcosa che ci rimanda a 80 anni fa. Il primo dato, il più evidente e il più forte, è quello che dei 3mila ebrei di Nasielsk solo meno di un centinaio sopravviveranno allo sterminio nazista, quasi tutti, dopo vari ghetti, sono finiti a Treblinka. Il racconto del rastrellamento con l’immagine fissa sulla piazza, nonostante racconti cose che abbiamo già sentito e visto, assume una valenza dirompente. Solo pochi, in maniera casuale e fortuita riuscirono a sfuggire. Poi ci sono notazioni sociali, i berretti dei ragazzini; religiose, l’uscita dalla sinagoga; informative, la ricostruzione del nome della drogheria; di moda, perché lì c’era una rinomata fabbrica di bottoni che esportava anche in Germania, e lo si vede dagli abiti delle donne.

C’È ANCHE una notazione musicale: Chasing Shadow di Bert Ambrose. Tutto questo nell’agosto del 1938, un anno dopo queste riprese cambia il mondo, di tutti. Diventa così ancora più emozionante quella festosa voglia di apparire davanti alla cinepresa, oggetto forse mai visto prima, da parte di quei ragazzini e di quelle ragazzine inconsapevoli di essere destinati a un futuro tragico. Bianca Stitger, al suo esordio con questo lavoro, ma collaboratrice del marito Steve McQueen, realizza un piccolo commovente gioiello che diventa fantastica e tremenda testimonianza di un piccolo paese prima della tragedia.