Prima hanno affisso manifesti misteriosi nei quartieri romani del Pigneto, Cinecittà, Monte Sacro, San Paolo, Torpignattara. L’annuncio: “il 19 e il 20 giugno apre una nuova Ztl” (la Zona a Traffico Limitato). Nel logo di “Roma Capitale”, trovata della giunta Marino, era però scomparsa la frase tratta da una nota campagna pubblicitaria di un operatore telefonico – “me & you” – ed era stata invece inserita la parola “comune”, con la “o” la “n” colorate di giallo. L’allusione è alla nota teoria del “Comune”, non nel senso del municipio, ma nel senso di una rinnovata teoria del comunismo. Si racconta che il Campidoglio non l’abbia presa bene. Non per l’allusione al comunismo, che poco importa da quelle parti prese da ben altri pensieri su “Mafia Capitale”, ma per l’uso improprio e provocatorio del logo che secondo la giunta dovrebbe aiutare a risollevare il “brand” della Capitale in una delle tante classifiche che vengono citate dai giornalisti per stigmatizzare la scarsa attrattività turistica della città nel periodo più squallido degli ultimi anni.

Ieri mattina, nelle metropolitane della Capitale è stato diffuso il numero unico di una nuova free-press: Ztl. Cinquemila copie distribuite gratuitamente, e sostenute da un’intesa campagna sui social network che hanno rivelato la natura dell’iniziativa che sarà ufficializzata oggi. I movimenti romani ribadiscono nel nuovo giornale i temi della campagna contro i distacchi dell’Acea, il diritto alla casa, la legittimità dei centri sociali, la valorizzazione del patrimonio pubblico come bene comune. L’ultima pagina ospita un disegno inedito del fumettista Zerocalcare che ha ripensato l’assalto alla Bastiglia di Delacroix e critica l'”ossessione per il decoro” e il legalitarismo in una città che rischia il commissariamento per Mafia.

Per gli attivisti “Ztl” non significa “Zona a traffico limitato” ma “Zona temporaneamente liberata”. Nel pomeriggio di ieri l’hanno creata nel quartiere del Pigneto dove hanno occupato uno stabile in via Casilina Vecchia 42. Da oggi fino a domenica si terranno concerti, assemblee “per riprenderci il diritto alla città a Roma”.

“Abbiamo lanciato la nostra campagna comunicativa appropriandoci del logo cittadino e ribaltandone però la firma: non più il Comune di Roma, ma Roma Comune – scrivono gli attivisti – Questo perché al di là delle istituzioni corrotte di questa città e di chi soffia sul fuoco del razzismo e dell’intolleranza c’è la sua parte migliore, che pensa che Roma sia di tutti, di chi l’attraversa, di chi si mobilità contro le ingiustizie e i soprusi”

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