Continua la «collaborazione» tra Hollywood e l’industria cinese: martedì scorso al Festival di Shanghai è stata annunciata la nascita di una nuova casa di produzione cinematografica e televisiva – una joint venture delle americane Wme-Img e Village Roadshow Entertainment Group e della cinese Perfect World Pictures.
La nuova compagnia  che avrà sede a Pechino si chiamerà Perfect Village Entertainment e «si avvarrà dei prodotti, della creazione dei contenuti e delle capacità di distribuzione di tutte e tre le società», hanno detto i partner a Shanghai.

Le produzioni di Perfect Village saranno girate in cinese e destinate principalmente al mercato del paese, oltre che a quello internazionale.
Presidente della compagnia sarà invece Ellen Eliasoph, la prima produttrice hollywoodiana a stabilirsi a Pechino nel 1993 in qualità di direttrice del ramo cinese della Warner Brothers. All’evento di Shanghai, la nuova compagnia ha anche annunciato suoi primi titoli : l’ action movie Bleeding Steel, di Lijia Zhang con Jackie Chan; Reborn, thriller di Hai Long Li e , nel 2018, il nuovo film di arti marziali di Zhang Yimou: Shadow.

Sempre a Shanghai è poi stato annunciato che la Dadi Media Group – la seconda più grande compagnia cinese dopo Wanda Group. che ha già largamente investito negli Studios hollywoodiani e che si è recentemente imbarcata nella promozione dell’ultimo capitolo della saga dei Transformers della Paramount Pictures – ha partecipato alla produzione di un film Universal, American Made, di Doug Liman.

Protagonista  sarà Tom Cruise nei panni del pilota Barry Seal, che negli anni ’80 contrabbandava cocaina per Pablo Escobar ed è poi stato reclutato dalla Cia per un’operazione segreta.
Il rapporto tra Hollywood e Cina continua dunque la sua crescita, nonostante l’arresto subìto nel 2016 dal mercato cinematografico cinese (fermo al 3,7 % dopo dieci anni di crescita intorno al 35%). Per il 2017 però è prevista di nuovo un’impennata intorno al 16%, almeno secondo le previsioni riportate dall’Hollywood Reporter del ricercatore Qin Chen della Fudan University School of Economics, che ha sottolineato come in testa al box office ci siano proprio blockbuster hollywoodiani come Kong: Skull Island.