Gli Stati uniti hanno ora più casi di coronavirus registrati di qualsiasi paese, superando Italia e Cina. La maggior parte dei contagi registrati è nello Stato di New York dove, secondo il governatore Andrew Cuomo, il picco dell’epidemia si vedrà tra due o tre settimane. New York City è la città più colpita, ma la situazione è preoccupante anche in California, Washington State, New Jersey, Lousiana.

I numeri non sembrano preoccupare eccessivamente Donald Trump che, in una lunga intervista rilasciata all’amico Sean Hannity di Fox News ha illustrato la sua reazione all’emergenza, libero da ogni vincolo di presentabilità che gli viene imposto nelle conferenze stampa dalla Casa bianca. A detta di Trump il tasso di mortalità del coronavirus è del 1% e nella vicenda gioca un gran ruolo l’attitudine passiva dei governatori democratici.

Mentre Hannity annuiva, Trump ha affermato che lo Stato di New York non ha davvero bisogno di 30mila respiratori. Il governatore Cuomo esagera. «Io ho visto ospedali molto ben attrezzati – ha continuato Trump – e avevano due respiratori. Cuomo ne vuole 30mila. I governatori democratici si lamentano sempre. Tu gli costruisci un ospedale e quelli ancora si lamentano».

Hannity ha sottolineato che gli Stati più colpiti dal coronavirus sono quelli democratici e che i governatori di New York, Washington e California per quattro anni hanno chiamato Trump buffone e fascista «ma ora vanno dal buffone e fascista a battere cassa invece che cavarsela da soli». E, ha aggiunto, che se la situazione di questi Stati è tanto critica è perché le autorità locali non hanno fatto bene il loro lavoro

«Non sono mai stati gentili con me, ma ora vogliono che io lo sia con loro», ha aggiunto Trump. Che questa non sia una questione di gentilezza e di rapporti amichevoli ma di essere il presidente di tutti gli Stati uniti non è passato per l’orizzonte cognitivo del tycoon, il cui piano va in tutt’altra direzione.

Trump ha detto di voler differenziare gli Usa in aree classificate come «ad alto, medio o basso rischio», diversificando di conseguenza le linee guida per la quarantena e la distanza sociale, così da iniziare presto ad aprire parti del paese.

Da questa intervista si inizia a capire dove vuole andare a parare Trump: riversare sui politici locali la colpa e la responsabilità delle morti negli Stati democratici, mentre si ripristina un senso di normalità in quelli repubblicani e in bilico che considera la chiave della sua rielezione.

Trump usa le conferenze stampa come comizi per parlare ai suoi, li rassicura facendo intendere che il problema si trova dagli «altri», dai democratici, e non in quelle aree con (ancora) pochi casi, che sono le aree del Midwest a basso tasso di popolazione e prevalentemente repubblicane.

Ciò che Trump non può diversificare è la travolgente crisi economica che si è già abbattuta sugli USa dove 3,3 milioni di lavoratori hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione e non solo in Stati democratici. L’Ohio ha avuto 187.784 richieste contro le 7.046 precedenti, il Texas 155.657.

Il dato ufficiale sulla disoccupazione di marzo è atteso il 3 aprile. Ma non rifletterà ancora appieno il problema. I dati saranno reali nel comunicato governativo dell’8 maggio relativo ad aprile. Moody’s Analytics ha ipotizzato, per marzo, la scomparsa di cinque o sei milioni di posti di lavoro.