Le prime due stagioni di Narcos ci avevano raccontato Pablo Escobar come l’uomo più potente della Colombia, la cui megalomania l’aveva portato a sfidare apertamente il potere costituito e – non senza una lotta sanguinosa – lo aveva condotto, come in ogni noir che si rispetti, alla caduta.
All’ombra del suo potere, come sempre accade in questi casi, era però nato un diverso tipo di impero del narcotraffico, quello del dissidente cartello dei «gentiluomini» di Cali, i protagonisti della terza stagione della serie creata per Netflix da Chris Brancato, Carlo Bernard e Doug Miro (disponibile in streaming sulla piattaforma).

Il regno dei fratelli Rodriguez e dei loro sodali Pacho Herrera e Chepe Santacruz è fondato su un’idea del potere «opposta» rispetto a quella di Escobar: laddove l’immagine del signore della droga era strabordante, sempre in prima pagina, conosciuta e temuta da tutti, il Cartello di Cali sprofonda più che può nell’invisibilità – la serie li presenta come «i più grandi signori della droga di cui non avete mai sentito parlare» – nasconde i propri traffici (circa l’80% del commercio di cocaina mondiale) dietro attività lecite, e rimpiazza i barili di soldi in eccesso sepolti nei campi colombiani da Escobar con la nuova pratica del riciclaggio del denaro sporco. Limitando inoltre al «minimo indispensabile» gli spargimenti di sangue, i «gentiluomini» di Cali penetrano così a fondo in quel potere costituito a cui il loro predecessore aveva dichiarato guerra aperta.

L’inizio della terza stagione ce li mostra infatti intenti a negoziare una vantaggiosa resa con il governo colombiano, che consentirà loro di continuare, da uomini liberi, tutte le loro attività «lecite».
La scommessa di Narcos 3 era proprio raccontare la storia del narcotraffico all’indomani della morte di quello che sinora era stato il suo protagonista indiscusso e «carismatico» – una scommessa vinta scegliendo stavolta un racconto più corale che consente di continuare a seguire la violenza e la corruzione che si accompagnano al business della droga in una spirale senza fine.
Non a caso nel finale di stagione ( Narcos 4 è già stata confermata) lo sguardo si sposta dalla Colombia alla nuova frontiera del narcotraffico , il Messico, dove i recenti (per l’epoca) accordi per il libero scambio hanno inaugurato un nuovo capitolo nella saga infinita dei narcos.