E’ durato meno di un’ora il confronto tra i tre candidati alle primarie di domani. Ieri pomeriggio l’oncologo sostenuto dal Psi Antonio Marfella, il segretario dei Giovani democratici Marco Sarracino e la parlamentare dem Valeria Valente si sono presentati alla Domus ars soprattutto per certificare l’assenza del quarto sfidante, Antonio Bassolino, e la sua indisponibilità a sottoporsi alle domande della stampa. «Il confronto è stato concordato solo con alcuni candidati, è una questione di stile e io allo stile ci tengo» la replica dell’ex governatore. Il suo staff giovedì aveva precisato che Bassolino era già impegnato nel tour elettorale, che ieri lo portava nella zona orientale e poi all’inaugurazione di Corporea, il museo del corpo umano. Imperdibile.

Gli sfidanti hanno avuto gioco facile nel commentare la sua assenza. Marfella è stato il più diretto: «È un atto di cazzimma» cioè una mossa studiata per il proprio tornaconto. Valente ha sottolineato: «Ha ripetuto per mesi che le primarie si svolgevano grazie a lui, che si è battuto per averle. E poi le delegittima non presentandosi. È un gesto irrispettoso del popolo delle primarie». Lapidario Sarracino: «Sono dispiaciuto ma che noia parlare di Bassolino!». Nei panni del guastatore, Marfella ha proposto un ticket in stile americano, combinando però società civile-politica (cioè lui più un vice dem) per palazzo San Giacomo. L’oncologo era l’unico interessato a discute degli ultimi venti anni di amministrazione locale, anni in cui il Pd al comune e alla regione ha lasciato sprofondare Napoli nell’incubo rifiuti.
Il ventiseienne Sarracino del passato non vuole parlare, meglio guardare al prossimo futuro proponendosi come il Mark Zuckerberg della politica partenopea. Può dire «buttiamo giù le Vele di Scampia e ripartiamo dalle periferie» perché non ha debiti con il passato. A Valente, quarantenne «giovane turca», il compito di difendere la storia Pd. Assessore al turismo della giunta Iervolino (quando i turisti si facevano le foto vicino ai cumuli di immondizia), oggi parlamentare, rivendica di sapere come si amministra un comune: «Manutenzione degli spazi pubblici e degli edifici scolastici in ogni municipalità, utilizzo dei fondi Ue» le prime promesse.
Inevitabile la domanda sull’ultimo caso di cronaca, quello di Casavatore, che coinvolge il Pd e il voto di scambio camorristico, scontata la risposta per tutti: più moralità e pulizia dentro e fuori il partito. Altrettanto scontata per i due dem la carta Matteo Renzi: il governo amico aiuterà la città. Ma che il sindaco di Napoli, sia pure Pd, possa cambiare i piani del governo è tutto da dimostrare. Infine, chiede la stampa, sosterrete lealmente chi vincerà? «È nel patto delle primarie» la risposta collettiva. Ma non c’è lealtà per chi non rispetta i patti. Valente trova il tempo per ricordare che avrebbe avuto le firme necessarie per imporsi come candidato del partito, saltando i gazebo. La maggioranza dem, insomma, ha già scelto lei. Bassolino è avvisato.