Raggiunto l’accordo tra Palazzo Chigi e il comune di Napoli, ieri pomeriggio si è allentato il cappio dei debiti che rischia di strangolare la città. Il premier Paolo Gentiloni ha mantenuto la parola e a breve dovrebbe arrivare la firma sull’intesa tra governo e amministrazione sul compenso dovuto al consorzio Cr8 dal commissario di governo post terremoto del 1980 e finito in capo al comune nel 1996: gli 89 milioni (su cui sono cresciuti gli interessi) per lavori fatti trent’anni fa verranno pagati al 77% da Roma e il restante da Napoli.

L’amministrazione ha già versato 19milioni 300mila euro, così mancano ancora un paio di milioni da saldare ma, una volta firmato il testo, il primo effetto sarà lo sblocco della cassa dal pignoramento. «L’incontro tra i vertici di Palazzo Chigi e quelli di Palazzo San Giacomo è andato bene – ha commentato il sindaco Luigi de Magistris -, nei prossimi giorni verrà definito formalmente l’accordo. Comincia ora il secondo tempo, che consiste nell’eliminazione dell’ingiustizia e della beffa di sanzioni che sono derivate da un debito del 1981 mai pagato».

Resta da risolvere il problema sanzioni. Le Sezioni riunite della Corte dei Conti hanno condannato in via definitiva l’amministrazione: secondo i magistrati, il Cr8 sarebbe dovuto finire a bilancio nel 2016 ma, poiché c’era un contenzioso in corso, il comune lo ha contabilizzato solo nel 2017. Si tratta di una multa da 114 milioni, fondi statali che non verranno girati al comune l’anno prossimo. Una mazzata che potrebbe azzerare i servizi e il welfare. Così la prima mossa del comune sarà spalmare la cifra in tre anni: «Abbiamo chiesto al ministero un atto amministrativo che ci consenta di rateizzare l’importo. Se non dovesse arrivare, ce ne assumeremo la responsabilità politica e individuale nel Bilancio preventivo, da completare entro questo mese – spiega l’assessore Enrico Panini -. Il piano di rientro dal predissesto ci costringe a pagare una rata di 91 milioni all’anno, sommare le due voci non è sostenibile».

La battaglia vera però si combatterà nelle Camere, il sindaco ha già annunciato che mobiliterà ancora la città sul tema del debito ingiusto, cercando di coinvolgere i parlamentari campani. «Paghiamo una multa di cui non siamo responsabili e che riteniamo ingiusta – prosegue Panini -. Il parlamento ci tolga la sanzione, come è stato già fatto per Torino rispetto alla rendicontazione delle Olimpiadi invernali del 2006». Su Napoli pesano poi i debiti lasciati dal commissariato di governo per i rifiuti, circa 67 milioni, più altri 170 di mutui fatti dall’amministrazione Iervolino quando era di moda la finanza creativa. Spiega Panini: «I comuni italiani sono schiacciati da quelli che definiamo debiti ingiusti: derivati da decisioni assunte da commissari o da swap contratti con le banche in altre epoche. Lo stato deve avviare un tavolo di confronto perché, se li tratta come semplici debiti, produrrà un disastro per i cittadini».