In tremila si sono riuniti ieri mattina a Napoli, in piazza Municipio, per protestare contro il debito ingiusto. La manifestazione è stata indetta dal sindaco Luigi de Magistris, che da un anno ha avviato una trattativa con il governo Gentiloni per risolvere la questione Cr8 e quella relativa alla crisi rifiuti: due debiti che risalgono rispettivamente al terremoto del 1980 e agli anni 2006-2008, entrambi contratti da commissari di governo e finiti sulle spalle del comune.

In piazza c’erano i lavoratori della Napoli servizi, consiglieri e assessori, il movimento del sindaco Dema, i sindacati Sll e Usb, gli attivisti di Massa critica, Napoli direzione opposta, Insurgencia, Gridas e Potere al popolo. Sul palco sono saliti volti noti come l’icona della canzone napoletana Angela Luce, l’Arcigay e l’Associazione transessuale Napoli.

VIOLA CAROFALO, portavoce di Potere al popolo, ha sottolineato: «La questione del debito riguarda centinaia di comuni, l’80% al Sud. È un problema nazionale e internazionale, visto quello che i diktat europei e il pareggio di bilancio provocano. È uno strumento per togliere i diritti alle classi popolari». L’assessore comunale al Bilancio, Enrico Panini, ha spiegato: «Il governo uscente è in grado di perfezionare le decisioni che ha già assunto sul Cr8. Sono già state definite le percentuali di responsabilità, sono state trovate le coperture finanziarie, manca la firma. Senza la firma le casse del comune restano pignorate, siamo costretti a ricorrere alle anticipazioni che ci costano interessi al 3%.

Oltre150 milioni di disavanzo sono frutto della stagione dei commissariamenti, chiediamo che paghi chi li ha maturati».
Tocca al sindaco chiudere l’assemblea: «È la prima manifestazione in Italia contro il debito ingiusto. Ci presenteremo ai gruppi parlamentari, chiederò un incontro anche al presidente Mattarella. Non vogliamo leggi speciali ma una legge per tutti i comuni contro l’usura di stato. Il governo ha trovato 12 miliardi per salvare le banche e non qualche centinaio di milioni per i diritti degli abitanti del paese. Dovranno risarcirci». E sui 5S: «Ho fiducia che si potranno differenziare da chi ha oppresso i territori». La senatrice pentastellata Paola Nugnes in mattinata aveva dichiarato: «Stiamo con i sindaci, non guardiamo al colore politico ma a realizzare obiettivi quali il benessere dei cittadini». Infine de Magistris ha riservato una stoccata alle due contromanifestazioni convocate da Pd e destra: «Qualcuno ha pensato di dividere la città ma noi lottiamo nell’interesse di tutti».

IN CONTEMPORANEA con piazza Municipio, a via Toledo FdI protestava contro il sindaco: erano una decina, riuniti intorno a un Ape Piaggio tricolore. A piazza Trieste e Trento invece si erano date appuntamento 50 associazioni civiche più il Pd, la Lega e qualche esponente di Fi. Venerdì anche Forza Nuova e Casa Pound avevano annunciato l’adesione al presidio, che alla fine ha raccolto circa duecento persone. Cp ha poi spiegato di essere stata invitata dagli organizzatori.

I dem, con la senatrice Valeria Valente, avevano assicurato la loro presenza durante una conferenza stampa con Gianluca Cantalamessa, proveniente dall’Msi poi approdato alla Lega. La cifra di destra era chiara eppure ieri il segretario e il presidente provinciale dem, la segretaria regionale e il neodeputato Paolo Siani si sono stupiti dell’arrivo di Fn e Cp, allontanandosi dalla piazza. Il capogruppo Pd al consiglio comunale, Federico Arienzo, ha spiegato su Facebook: «Sono andato via. Faccio opposizione al sindaco rispettando la mia idea di società, non c’è spazio per i neofascisti».

Matteo Richetti ha commentato: «Bravo Arienzo! Sono settimane che denunciavi questo errore, una piazza piena di destra e intolleranza di civico non ha proprio nulla. Bastava guardarsi a fianco in conferenza stampa invece di farsi accecare dalle telecamere». Il consigliere regionale Gianluca Daniele si era già dissociato, ieri ha ribadito: «Avevo consigliato ad alcuni colleghi, a partire da Valente, evidentemente in crisi d’identità, di non aderire. Andare in piazza a prescindere da quello che si dice e dalla compagnia mi sembra una conferma dello sbandamento del partito a Napoli».