Disastro centrodestra alle comunali di Napoli. Il Tar ieri ha respinto i ricorsi delle due civiche Catello Maresca e Catello Maresca sindaco e anche quello presentato da Prima Napoli (la sigla dietro cui c’è la Lega): non potranno correre alle elezioni di ottobre. Fuori anche il Partito Animalista movimento a quattro zampe (pure nella coalizione di centrodestra). Le quattro compagini finiscono escluse anche dalla corsa alle municipalità con effetti a catena sui candidati presidente. Riammessa invece la civica Alessandra Clemente sindaco, legata all’essessora uscente dell’amministrazione de Magistris.

IL PM IN ASPETTATIVA, candidato azzoppato del centrodestra, ha attaccato: «Una scandalosa decisione politica che sancisce la morte della democrazia: la forma non può vincere sulla sostanza. Si sta consumando un esproprio della sovranità popolare. Così si mette seriamente a rischio il diritto-dovere di migliaia di cittadini di esprimere il proprio voto» annunciando un nuovo ricorso d’urgenza al Consiglio di Stato. Le due civiche non hanno consegnato tutta la documentazione, una parte è stata registrata in ritardo di appena un minuto, ma l’altra metà è rimasta fuori. Il candidato di centrosinistra, Gaetano Manfredi, non ha rinunciato a una stoccata: «Mi meraviglia che un magistrato dica che la decisione di suoi colleghi sia scandalosa».

FUORI ANCHE FORZA ITALIA in due Municipalità: la decima (Fuorigrotta-Bagnoli) e la settima (Secondigliano). A far decadere Fi nella settimana è stata la candidata Assunta Cutarelli perché «la dichiarazione di accettazione della candidatura risulta priva della sottoscrizione del pubblico ufficiale autenticatore», venuta meno lei la lista è scesa sotto il numero minimo per legge e quindi sono decaduti tutti. Cutarelli resta in corsa per il consiglio comunale. Il suo è un cognome noto: incensurata, è la zia del killer di Genny Cesarano, il 17enne ucciso durante una stesa al Rione Sanità; già candidato nel 2016 senza fortuna, è finita in un’inchiesta (relativa alle scorse comunali) per voto di scambio e riciclaggio.

LA LEGA è il partito alle prese con i danni maggiori. L’esclusione dalla corsa al consiglio comunale e alle municipalità era attesa. Il coordinatore cittadino, Severino Nappi, aveva attribuito tutti i problemi al ritardo di un minuto nella consegna delle liste. Salvini gli era andato dietro: «Abbiamo già presentato ricorso – aveva dichiarato -. È assurdo che una lista venga esclusa perché l’ingresso è stato segnato alle 12.01». Poi però la tesi ha iniziato a scricchiolare e così il leader del Carroccio ha scelto la ritirata: sabato scorso tour in Campania ma lontano dal capoluogo partenopeo: «Verrò dopo l’esito del ricorso» aveva detto.

IL TAR IERI HA SPIEGATO che, nel caso di Prima Napoli, sono 4 le contestazioni: la consegna fuori tempo massimo e la mancata dichiarazione dei delegati del collegamento al candidato alla carica di presidente, due vizi superati per l’esiguità del ritardo e per la presenza di altri documenti che attestano il collegamento; resta invece la mancata indicazione del contrassegno della lista nel relativo modulo oltre all’assenza del programma amministrativo e del bilancio preventivo delle spese per la campagna elettorale. Il quarto punto non è stato analizzato perché basta un difetto per respingere il ricorso. Il collegio difensivo di Prima Napoli si appellerà al Consiglio di Stato, spiega l’avvocato Enrico Soprano: «Due punti sono stati già sanati, siamo convinti di ottenere la riammissione».

LE GRANE della Lega rischiano di travolgere Fratelli d’Italia. I due partiti hanno presentato candidati comuni alla presidenza di ogni municipalità. Se anche i presidenti dovessero decadere (com’è probabile) potrebbero trascinarsi dietro anche le liste di FdI. Ieri il partito di Giorgia Meloni ha nominato responsabile cittadino Sergio Rastrelli, che avrebbe anche voluto candidare a sindaco. FdI è ai ferri corti con Maresca che, ieri, è corso a congratularsi: «La nomina di Rastrelli è un’ottima notizia. Il suo arrivo ci spinge a proseguire nel nostro percorso ancora più determinati».