Già da quando era una start up si intuiva la lungimiranza dei ragazzi che l’hanno creata, ma oggi se ne possono vedere i frutti: MyFoody è un’app gratuita che consente ai consumatori di individuare prodotti alimentari a metà prezzo nei supermercati circostanti, pianificando la loro spesa ed evitando così lo spreco di cibo in perfette condizioni.

Cofondatore e Ceo dell’azienda, Francesco Giberti ci racconta che con MyFoody «i supermercati raggiungono gli acquirenti al di fuori del punto vendita» così che questi, direttamente dal loro smartphone, sappiano cosa troveranno al supermercato scontato al 50%. «Dall’esperienza che stiamo avendo a Milano e Torino con Unes e a Roma, Civitavecchia, Viterbo e Colleferro con UniCoop Tirreno – continua Francesco – possiamo dire che la soluzione è win-win. I supermercati hanno venduto più prodotti diminuendo gli sprechi (e le conseguenti spese collegate ad essi), e circa 10.000 persone utilizzano l’app ogni giorno».
Partendo da un’idea iniziale basata su un sistema di spesa sostenibile a domicilio, i fondatori di MyFoody si sono posti l’obiettivo di innovare la relazione tra venditori e acquirenti in modo che i primi abbiano l’opportunità di mostrare la propria attenzione alla sostenibilità e i secondi possano scegliere di fare una spesa più etica, oltre che meno costosa.

Come ci suggerisce Francesco, è interessante osservare non solo che sempre più persone richiedono MyFoody nelle loro aree, ma soprattutto che quelli che già la utilizzano siano utenti molto fedeli, ovvero la consultino con regolarità e costanza nel tempo. E la differenza tra il prima e il dopo si vede. «Notiamo giorno dopo giorno – sottolinea Francesco – che le persone sono molto attente alla sostenibilità alimentare, più di quanto si possa immaginare. Il prodotto scontato è sicuramente un punto di forza, ma non si tratta di una mera offerta commerciale, anzi: riguarda in profondità il ruolo di ognuno di noi verso l’ambiente che ci circonda. Sprecare di meno è una presa di coscienza verso il mondo».

La legge Gadda (agosto 2016) ha dato una forte spinta a questo circolo virtuoso, agevolando la riduzione degli sprechi attraverso la trasformazione, la redistribuzione o la donazione delle eccedenze alimentari. «Crediamo che sia un passo importante, soprattutto culturalmente», dice Francesco, «per questo i messaggi che mandano le istituzioni sono fondamentali per la formazione di una coscienza collettiva. Bisogna continuare così, facilitando il più possibile la collaborazione tra istituzioni, imprese private e associazioni no profit». L’azienda ha trovato pieno appoggio nel suo comune di nascita, Milano, che Francesco ci descrive come «il primo in Italia a dotarsi di una Food Policy». E ora MyFoody è pronto a sbarcare in tutto il paese.