«La vicenda dei sacchetti di Mater Bi è emblematica di quello che la politica non deve fare: l’innovazione ambientale deve passare per la consapevolezza dei cittadini e per la loro partecipazione. Altrimenti gli stessi che si indignano per le tartarughe soffocate dalla plastica poi si scagliano contro i sacchetti. Il governo Gentiloni ha sbagliato». Attenzione: la critica di Rossella Muroni al premier non è da sottovalutare. Perché la signora è l’ex presidente di Legambiente, la potente associazione ecologista che ha dato non pochi dirigenti al Pd, fra cui appunto il premier. Tutti rimasti «legambientini» anche dopo l’ingresso in politica. Muroni è stata scelta da Piero Grasso per coordinare la campagna di Liberi e uguali. Romana, poco più di quarant’anni, sociologa, un inizio nella Fgci di Cuperlo («mi aumentai l’età per iscrivermi»), poi il Liceo Tasso («ma vivo in borgata, a Settebagni») poi l’Unione degli studenti ai tempi della segreteria Cofferati. Ieri il battesimo del comizio a Viareggio e a Pisa. Oggi sarà con Grasso a Roccasecca (Fr) al presidio dei lavoratori della Ideal Standard.

Insomma sui sacchetti alla fine il governo ha sbagliato?

Sì. La politica deve fare la fatica di portare a sintesi gli interessi leciti e legittimi delle imprese e la salute dei cittadini e del territorio. Se no hai i cittadini che si abbracciano agli ulivi e pensano che quello sia il problema più grande.

Parla della Puglia, è una No Tap?

La militarizzazione dei cantieri è l’imbarbarimento delle relazioni fra decisori e cittadini. Quanto al Tap, mi rifiuto di discutere sulla singola infrastruttura. Calenda, Gentiloni e Renzi non sono in grado di dimostrare che il Tap ci consente di uscire dalla dipendenza da fossili entro il 2050. Perché la Cina investe sulle rinnovabili e l’Italia sul gas? Siamo un paese indietro di vent’anni. Lo scontro ideologico lo fa chi non ha un piano per il futuro: io non sono contraria ideologicamente al Tav ma penso che per il paese la priorità è aumentare i treni per i pendolari.

Anche Gentiloni viene da Legambiente.

Dopo i discorsi sulla green economy ci vuole coerenza. La legge sul consumo di suolo è ferma. In Leu abbiamo modelli diversi da quelli del Pd: Corbyn, l’ecosocialismo islandese.

L’ecosocialismo islandese.

Ma basterebbe guardare alla Merkel e a Macron che sull’ambientalismo giocano tutta la forza del loro governo. Macron ha messo al bando le trivelle. Noi invece l’anno scorso abbiamo celebrato un referendum demenziale in cui il governo fingeva che l’Italia fosse il Texas. Lì di strategia per il paese c’era poco.

A proposito di Puglia: sull’Ilva di Taranto ha ragione Emiliano o il governo?

La proposta della cordata esclusa mi convinceva di più. Ora però il processo di acquisizione va portato avanti ma senza cedere di un millimetro sulle tutele ambientali. Non è possibile che i bambini debbono rimanere chiusi dentro casa nei giorni di vento. Il governo deve pretendere dalla proprietà di più sul fronte delle tutele dei cittadini. E i territori non vanno lasciati soli.

Insomma sta rottamando a sinistra il vituperato ecologismo del no?

Dopo il modello dell’ecologia del no e quello del sì io vorrei inaugurare il modello del come e perché.

In Leu l’ha chiamata Grasso?

Sì, ma anche i segretari dei tre partiti hanno creduto che io potevo avere un ruolo utile.

Però avevano anche tanto bisogno di donne per riequilibrare le quote di genere.

Non sono la donna della provvidenza di Leu. Ci sono anche le senatrici De Petris e Guerra, Laura Boldrini. Comunque c’è un tema generale da affrontare: oggi riescono a emergere le donne che riescono a interpretare un modello maschile. Se non cambiamo metodi della politica continueremo a escludere donne di valore. Conosco un’imprenditrice, Riccarda Zezza, che aiuta le aziende a organizzare il proprio modello produttivo in base alle esigenze delle donne. E le aziende aumentano il fatturato. Ecco, servirebbe anche alla politica.

Qual è il suo giudizio sulla sindaca di Roma Raggi?

«Rifiuti zero» era uno slogan giusto ma chi ha davvero letto Paul Connet sa che per arrivarci servono gli impianti per la gestione dell’umido, per la differenziata, il porta a porta. Cioè passare dagli slogan alla pratica dell’amministrazione.

Potreste allearvi con M5S?

Non mettiamo il carro davanti ai buoi. Vedremo i programmi. Domenica presenteremo il nostro, la nostra idea di trasformazione del paese.

Questo vale anche per il Pd?

Allo stato attuale non credo. Leu ha una componente di ex Pd che testimonia i limiti di quel partito.

Avevate sperato di portare Emma Bonino nelle vostre liste?

Lei ha sempre guardato solo al Pd. E il Pd dovrebbe fare di tutto per portare in parlamento il suo esempio di pratica politica prezioso per tutti. Ma del Pd che non approva lo ius soli ormai non ci stupisce più nulla.

In Leu comandano D’Alema e Bersani?

Pierluigi mi ha telefonato il primo giorno per ringraziarmi e augurarmi buon lavoro. Ma in Mdp il mio riferimento è Speranza. D’Alema spero di avere presto l’occasione di incontrarlo. Non ho l’ansia di dimostrare che sono libera e autonoma. La rottamazione ha portato male alla sinistra, fermo restando che quando io ero piccola c’erano già D’Alema e Bersani. Ma il punto è un altro: Leu non dovrà essere la sommatoria della sinistra già esistente. Deve fare spazio a nuove culture. E questo discorso me lo ha fatto Piero Grasso, che ha 73 anni.