Dopo minacce, ritrattazioni, tentativi di soluzioni alternative e speranze in un miracolo, lo shutdown, l’interruzione di tutte le attività di governo, è arrivato.

Al centro del contendere c’è la richiesta di Trump di stanziare quasi 6 miliardi di dollari per costruire un muro anti-immigrati ai confini con il Messico, in modo da mantenere una promessa elettorale che si trascina dietro dal 2015, anche se, ad essere precisi, la promessa prevedeva che a pagare il muro sarebbero stati i messicani, e non gli Stati uniti.

DURANTE I TENTATIVI in extremis, al Senato era emersa una maggioranza bipartisan che sembrava favorevole a sviluppare dalle intese per finanziare il governo, senza il muro, fino agli inizi di febbraio, oppure, vista la mancanza di questo, erano state tentate delle trattative per inserire altre misure di sicurezza ai confini, ma niente ha funzionato.

Così, per la terza volta in due anni, gli uffici federali Usa si sono parzialmente paralizzati, almeno per le attività classificate come non essenziali; lo shutdown riguarda 800mila lavoratori federali, dei quali 420mila considerati indispensabili, continueranno a presentarsi al lavoro pur senza essere pagati, mentre fino a 380mila saranno costretti ad accettare un’assenza forzata e non remunerata. A risentirne saranno 9 ministeri e molte tra agenzie ed enti federali, dai Trasporti al Dipartimento del Tesoro al Dipartimento di Stato, al Commercio, alla Giustizia, all’Agricoltura.

 

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Al momento lo shutdown riguarda i musei e i monumenti federali (come la Statua della Libertà), i parchi nazionali, buona parte delle attività della Nasa, l’agenzia delle entrate Irs, mentre resteranno normalmente attive le entità che si occupano della sicurezza nazionale, come l’Fbi, o le forze armate. Rimane attiva anche l’inchiesta sul Russiagate condotta dal procuratore speciale Robert Mueller.

SIA LA CAMERA CHE IL SENATO ieri hanno iniziato a lavorare a mezzogiorno, ma non ci sono stati segnali di progresso nei negoziati. Questa situazione di stallo arriva poco prima delle vacanze di Natale e se nel fine settimana si dovesse trovare una via da seguire l’impatto potrebbe essere minimo, poiché lunedì e martedì sono già festività federali, ma non sembra un’eventualità probabile; sabato mattina non c’era molta gente al Campidoglio, e non era previsto nessun voto in nessuna delle due camere e molti parlamentari erano partiti venerdì sera, sapendo che prima di un voto per riaprire le attività di governo, riceverebbero un preavviso di 24 ore.

UN ALTRO RIFIUTO PER TRUMP è arrivato dalla Corte suprema, che ha bocciato lo sforzo della sua amministrazione per impedire ai migranti che entrano illegalmente nel Paese, di chiedere asilo.

Il mese scorso The Donald aveva emesso un bando al fine di impedire agli immigrati «illegali» di richiedere asilo politico, ma i tribunali di grado inferiore l’avevano bloccato, dichiarando che la legge federale consente chiaramente di presentare questo tipo di domanda, anche alle persone entrate illegalmente. Il presidente si era scagliato contro la sentenza e il giudice che l’aveva approvata, attirandosi un raro rimprovero dal capo della giustizia, John Roberts.

L’amministrazione ha quindi sollecitato la Corte suprema affinché mantenesse la sentenza, ma gli eventi sono andati in senso completamente inverso, in quanto Roberts si è unito all’ala liberal della Corte per respingere la richiesta di questa amministrazione.

LA CORTE SUPREMA è sotto grande osservazione, al momento, in quanto dopo l’elezione di ben due giudici conservatori scelti da Trump, il massimo organo giuridico americano è ora sbilanciato decisamente a destra. In questo scenario è visto con molta preoccupazione lo stato di salute della giudice 85enne, Ruth Bader Ginsburg, alla quale hanno asportato dal polmone due noduli maligni, stando a quanto ha dichiarato una portavoce della Corte suprema.

«Non ci sono prove di persistenza della malattia – ha aggiunto la portavoce -, la giudice dovrebbe rimanere in ospedale solo per alcuni giorni ancora». Ginsburg, che 10 anni fa è sopravvissuta al cancro pancreatico, è la più liberal della Corte, ed è vista dalla sinistra americana cone un’icona e un monumento nazionale da preservare il più a lungo possibile.