Si erano lasciati mercoledì intorno alle 19, ieri mattina si sono riuniti di nuovo: il centrodestra e le candidature alle regionali sta diventando un serial. Lunedì scorso la prima puntata della settimana per una vicenda chiusa in autunno e rimessa in discussione da Matteo Salvini, che ieri si è presentato scortato dai vicesegretari Andrea Crippa e Giancarlo Giorgetti.

La Lega vuole un candidato in una delle regioni meridionali al voto, Puglia o Campania, che nell’accordo rientrano invece nelle competenze di Fratelli d’Italia e Forza Italia. Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, per interposto Antonio Tajani, fanno muro. Meloni è irremovibile su Raffaele Fitto così l’obiettivo minimo per Matteo Salvini sarebbe almeno un cambio di nome per la Campania: fuori Stefano Caldono («è una brava persona, punto» il commento di Salvini la scorsa settimana a Napoli) per un civico. Portare a casa un mini risultato consentirebbe alla Lega di sancire lo slittamento dei rapporti di forza anche al Sud. Ma Fi non ne vuole sapere: «È il candidato migliore» ripetono ai tavoli, in presenza e in collegamento dalla Provenza, Tajani e Berlusconi. Le voci di candidature alternative, come Antonio Martusciello e Cosimo Sibilia, per ora non sembrano esserci. Senza l’ok di Berlusconi non c’è accordo.

La trattativa si è avvitata su se stessa, per uscirne la Lega ha provato a inserire nella partita la scelta dei governatori di Marche e Toscana, la prima ancora assegnata a FdI (il nome scelto è Francesco Aquaroli) la seconda prenotata dal Carroccio quando Salvini si sentiva i super poteri. Adesso, invece, si ritrova in calo di consensi con Meloni in crescita, pure le amministrative non stanno andando come sperato: perso male in Emilia Romagna, strappare la Toscana a Matteo Renzi e al Pd appare impossibile. Persino alle regionali calabresi la Lega non è andata bene, raccogliendo il 12,3%, più di 10 punti in meno delle europee. Restano le comunali per provare a portare a casa un accordo che salvi le apparenze.

Ieri, al termine dell’ennesimo giro a vuoto, sono arrivate le solite frasi rassicuranti: «Sono stati fatti significativi passi in avanti per individuare la squadra migliore per vincere le elezioni. Nelle prossime ore continueranno i contatti». Tajani: «Manca poco» e Meloni: «Siamo in dirittura di arrivo. Il vertice è aggiornato». Ma Salvini ha avvisato: «Non c’è niente di chiuso». In serata in Tv, a Porta a porta, l’ultima stoccata agli alleati: «La nostra priorità è dare ai pugliesi e campani il cambiamento».