Riuscite a ricordare com’era il mondo prima di Wikipedia? Quel mondo in cui, se non si aveva in casa una congrua quantità di libri, era necessario andare in biblioteca per sapere con quali paesi confina il Lesotho o come si intitola quel film di Christopher Nolan con Al Pacino di cui ci sfugge il nome? Sembra un tempo lontano, ma non sono passati vent’anni da quando nel 2001 Jimmy Wales e Larry Sanger diedero vita a quella che oggi, con oltre 50 milioni di voci in circa 300 lingue, può a buon diritto definirsi «la più grande enciclopedia mai scritta», una enciclopedia collaborativa e gratuita, zeppa di errori e imprecisioni, ma disponibile a immediate correzioni, come dimostra il caso del Covid-19.

«Man mano che la pandemia si diffondeva in tutto il pianeta – scrive Travis M. Andrews sul Washington Post – Wikipedia si trovava di fronte a una sfida enorme: dar conto in tempo reale di un evento di portata globale, mentre i dati cambiavano di continuo e la disinformazione non faceva altro che dilagare, mettendo a dura prova i procedimenti consolidati del sito».

Giusto per dare un’idea della portata del lavoro, a fine luglio, secondo la portavoce di Wikimedia Foundation, Chantal De Soto, intorno alla malattia e ai suoi effetti erano state create su Wikipedia più di cinquemila voci in 175 diverse lingue. Per limitarsi all’edizione in inglese, la più corposa e frequentata, la voce «Covid-19» aveva ricevuto 73 milioni di visualizzazioni ed era stata corretta 22.000 volte da circa quattromila redattori. A Andrews una di loro, la dottoressa Netha Hussain, ricercatrice presso l’università di Göteborg in Svezia, ha detto: «Bisogna agire rapidamente per assicurarsi che i dati siano sempre accurati e affidabili».

In effetti tempismo e affidabilità sono cruciali, visto che la possibilità per chiunque di pubblicare materiali su gran parte delle voci (non tutte: proprio “Covid-19» è fra quelle ristrette a redattori «certificati») apre la porta ai troll e agli inesperti. Secondo Jevin West, docente di scienze della comunicazione alla University of Washington, però, il rischio è minimo: «Come studioso dei meccanismi dell’informazione e della disinformazione, Wikipedia è un raggio di speranza in un mare di sporcizia… e il suo livello di trasparenza infonde fiducia».

Forse West è, come lo definisce Andrews, «un vero credente», ma di questa trasparenza si è avuta ora una conferma interessante. Fra le 300 varianti linguistiche di Wikipedia ce n’è una in scozzese, o scots, «lingua germanica occidentale del ramo anglo-frisone – ci insegna Wikipedia, versione italiana – in uso nella Scozia, nell’Ulster e nella zona di confine della Repubblica d’Irlanda». Nulla di strano, se non che la settimana scorsa un utente di Reddit, Ultach, ha fatto notare che quasi metà delle circa 40.000 voci sono redatte in un idioma che con lo scots ha poco a che fare. A scriverle nel corso degli ultimi anni è stato un ragazzo americano che – osservano sul Guardian Libby Brooks e Alex Hern – «si è limitato a inserire parole in scots, spesso sbagliate, in una struttura grammaticale inglese».

Sul giovanotto, che ha chiesto scusa appellandosi alla giovane età (l’impresa è cominciata quando aveva 12 anni), sono piovuti insulti e improperi e c’è chi ha chiesto l’immediata cancellazione delle voci incriminate. Ma Michael Dempster, direttore dello Scots Language Centre di Perth, lo ha difeso, offrendosi di mettere insieme una squadra di volontari che correggerà gli errori di AmaryllisGardner (questo lo pseudonimo del ragazzo), ovviamente alla luce del sole, secondo lo stile di Wikipedia.

Una storia a lieto fine, insomma. E adesso, tutti a studiare scots!

 

Errata corrige: Per un disguido/abbaglio, ieri abbiamo pubblicato una versione sbagliata della rubrica Express. Questa è quella giusta, che tutti avrebbero voluto leggere. Ce ne scusiamo con l’autrice e con lettrici e lettori