La procura di Napoli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo sulla morte del ventitreenne Antonio Scafuri, arrivato il 16 agosto all’ospedale partenopeo Loreto Mare in codice rosso. Aveva avuto un incidente in moto, l’ambulanza del 118 l’ha portato all’ospedale di via Marina, dove è arrivato alle 21.46. Antonio è morto la mattina successiva dopo 11 ore di agonia e un rimpallo di responsabilità tra medici e infermieri. Il responsabile del Pronto soccorso, Alfredo Pietroluongo, ha stilato una denuncia scritta. Oggi arriva la task force inviata dalla ministra Lorenzin, Mario Forlenza (direttore generale dell’Asl Napoli 1) ha acquisito una prima relazione della direzione sanitaria, le dichiarazioni del medico del Pronto soccorso e altri documenti, tutto sarà inoltrato in procura: «Quando saranno accertate le responsabilità ci sarà il licenziamento». Sequestrata la cartella clinica, in settimana ci sarà l’autopsia, la famiglia procederà con una denuncia-querela.

Pietroluongo racconta cos’è successo il 16 sera. Antonio arriva in condizioni gravi, ha un’emorragia ma i medici non riescono a individuare la fonte. Gli fanno quattro trasfusioni, all’1.04 viene ricoverato in Chirurgia in imminente pericolo di vita: «Ma rimaneva in codice rosso impegnando due unità infermieristiche del Pronto soccorso». Antonio aspetta per due ore di essere trasferito al Pellegrini per un’Angiotac: «Non vi era accordo su quali infermieri avrebbero dovuto eseguire il trasferimento. Il medico di turno risponde che sapeva lui cosa doveva fare e che le cose andavano bene così». Alle 3.30 il padre di Antonio protesta. Il litigio tra Pietroluongo e il medico di turno prosegue, alla fine si trova un volontario ma sull’ambulanza manca il rianimatore.

Al Pellegrini gli vengono trasfuse tre sacche, l’Angiotac non risolve, invece di operarlo lo rimandano indietro ancora senza rianimatore. Rientrato al Loreto alle 8.30, muore in rianimazione. La famiglia vede il corpo solo alle 15, avrebbe avuto tre infarti. Secondo il sindacato Nursing up, Antonio «ha cessato di vivere in una postazione non monitorizzata, priva degli opportuni allarmi».

Gli ispettori regionali «sentiranno tutti i presenti quella notte – ha spiegato Forlenza -. Si dovrà capire quanti sanitari erano in ferie e se i turni sono stati coperti». Una severità fuori tempo massimo: «Per accontentare il governatore Vincenzo De Luca – spiega la consigliera regionale 5S, Valeria Ciarambino – il personale dal centro storico è stato spostato all’Ospedale del Mare, dove i ricoverati si contano sulle dita di una mano, 45 trasferimenti solo il 20 giugno. Al Loreto Mare la neurochirurgia è chiusa ad agosto per ferie, l’ortopedia rimane sguarnita la notte. E ancora: in un ospedale dove si operano gli aneurismi cerebrali è possibile che non ci sia l’Angiotac?». Infine: «Perché il 118 non ha trasferito Antonio al Cardarelli, dove c’è il centro per i politraumi?».