Si sta costruendo la statua del
Cristo più alta del mondo. Un
operaio ha un incidente sul lavoro e
si salva per miracolo,mail suo volto
dovràsubireuncomplicato trapianto.
Lo spensierato metallaro del villaggio
con il suo nuovo volto mostruoso
è allontanato da tutti (a dispetto
della carità cristiana), come
una sorta di «la bella e la bestia» al
contrario. È la commedia nera
Twarz (Mug nel titolo internazionale,
«muso») di Malgorzata Szumowska
(Elles, In Name of, Body)
che ha ottenuto il gran premio della
giuria a Berlino.
In pochi minuti il film riesce a riassumerealcune
caratteristiche della
Polonia (e di altri paesi dell’Europa
centrale) di oggi: consumismo, sovranismo,
nazionalismo, superstizionereligiosa,
sottomissionealcattolicesimo,
attenzione all’aspetto
esteriore.

Sono queste oggi le caratteristiche
principali del paese?
Sì, questo è caratteristico di quello
che sta succedendo ora in Polonia,
questa rinascita del nazionalismo sta
avvenendo non solo in Polonia ma
dappertutto. Vediamo come tanta
gente vada facilmente in direzione di
unnazionalismoconservatore,eladisoccupazione
è sicuramente uno dei
motivi di questa trasformazione. Dipinge

esattamente quello che successe

nel 1989 col passaggio dalcomunismo
al capitalismo e come la gente
quasi impazzì nel cercare beni materiali,
tutte quelle cose che non avevano
mai potuto avere prima e che apparvero
all’improvviso nei negozidopo
la caduta del comunismo. Questo
film direi che è un po’ una metafora di
quell’atteggiamento. In Polonia il capitalismo
e la democrazia sonoancora
in fasce, arrivati solo da 25 anni, il
chehacreatomoltetensionielagente
probabilmente si sente più spaesata
che in altri paesi, dove questo tipo di
trasformazione non ha avuto luogo.
Questo mostra come la popolazione
sia abituata a guardare alla chiesa e ai
preti come qualcosa che è sempre immacolato.
Certo nelle grandi città è diverso,
non si può paragonare con la vita
di provincia. Nelle città sono molto
più aperte, ma nelle provincie la sola
cosanuovacheèarrivataèunmaterialismo
cieco con la gente che vuole essere
ricca, vuole comprare tutto.
Quale aspetto della vita la chiesa
controlla maggiormente?
La chiesa può controllare i polacchi
solo in realtà locali, nei villaggi.
Controlla anche l’educazione?
L’educazione è un problema, perché
c’è una grande influenza della chiesa
nelle scuole pubblichemaanche una
influenza sul governo conservatore
polacco. C’è la religione nelle scuole,
e poi c’è un grande problema con
l’educazione sessuale,nei libri scolastici
per i bambini sulla sessualità si
trova ancora quello che è stato scritto
50 anni fa dalla chiesa secondo cui
tutto è perverso, l’omosessualità è
una malattia ecc. ecc. E allora la mia
scelta è stata di non mandare i figli
nella scuola pubblica, per non avere
questo tipo di indottrinamento. È
una situazione complicata perché
nelle scuole pubbliche,nonnelle superiorimain
quelle primarie nonc’è
educazione sessuale ed è evidente
l’influenza della chiesa cattolica sotto
l’aspettomoraleeanchenelmodo
in cui viene insegnata la storia, da
unasola prospettiva, dove la Polonia
è il «grande eroe», siamo i più importanti
ecc. e non si parla della realtà, e
in questo senso c’è una chiara connessione
con la chiesa.
La Chiesa tende a cancellare il corpo.
Il suo interesse per il corpo in
tanti suoi film nasce da questa censura?
Ci insegnano quandosiamo bambini
cosa è morale e cosa non lo è, la relazione col corpo,
che il corpo non è importante,
ma è l’anima quello che conta,
e il gender è malattia, ovviamente
sono cose che vengono dal passato
ma trovano ancora senso in Polonia,
per esempio c’è stato un film in Polonia intitolato Kler,
lo hanno visto 4 milioni
di persone in Polonia, è un film
sulla chiesa molto brutale,molto radicale,
sulla pedofilia nella chiesa,eilfatto che siano
andati a vederlo tanti polacchi
mostra un fenomeno interessante,
che forse siamo in un momento
di risveglio, una parte della società
si sta svegliando.
Negli ultimi film visti a Gdynia il racconto
manca spesso di allusioni, è
diventato più diretto
Sono cambiate così tante cose negli
ultimi 25 anni dalla caduta del comunismo:
ora c’è una classe media più
estesa nelle grandi città, mentre prima
non c’era per niente, alla quale
non interessa molto la chiesa, sono
perlopiù individualisti, non vivono
perunaideaoper «fare grande laPolonia
». Penso che la classe media sia
una buona cosa ma d’altro canto questa middle class che ora
governa è interessata
soprattutto alla carriera, i
soldi, gli affari, non hanno problemi
morali,main uncerto senso va bene
perché divide l’arte dalla chiesa e da
quella mentalità ristretta. In Polonia
abbiamo una lunga tradizione di élite
intellettuali, ma ora manca, tutti
vogliono fare soldi.
Cosa ricorda del comunismo?
Quando il comunismo è caduto avevo
16 anni, ricordo molto bene, il posto
dove sono cresciuta e non potevo
paragonarlo ad altronon avendo mai
viaggiato.Vivevo con  i miei genitori in
un enorme palazzone e tutto là, la
scuola,tutto era per tutti secondo il sistema
socialista, nei negozi non c’era
praticamente niente. Per avere del cibo,
della carne,dovevi fare le file,nessun
ristorante, niente bar, mi ricordo
che stavo molto bene ma all’epoca
non potevo metterlo a confronto con
niente altro.Eraunpostochemidava
sicurezza, mi piaceva, era tranquillo,
noneravamoaffamati.Maquestaè la
mia esperienza, vengo da una famiglia di intellettuali,
mia madre era una
scrittrice, mio padre un giornalista.
Quale regista polacco l’ha influenzata
maggiormente, Polanski con il
suo humopur nero?
Penso tutti, ma soprattutto Kieslowski,
non quello della Trilogia ma
ilprecedente,daidocumentariin poi,
Wajda, Agniewska Holland. Polansky
non era nel mio stilemaora sono più
apertaneisuoi confrontieverso isuoi
film, l’ho riscoperto ora.
E nel resto delmondo?
MipiaceilregistaitalianoMatteoGarrone,
Alice Rohwacher, Lars Von
Trier,sono tanti,Haneke,è difficile nominarli
tutti.
Qual è la condizione della donna oggi
in Polonia?
Non è molto buona,non abbiamo il diritto
fondamentale di fare un aborto,
ilcherestringemoltolanostralibertà,
il resto del mondo sta lottando per
#MeeToomentrenoistiamolottando
perdirittidibase,comel’aborto.InPolonia
c’è molto da fare per far sì che le
donne possano vivere meglio.
Ci sono collettivi femministi?
Io sono femministama non sto in un
collettivo,mi sento femminista in maniera
molto naturale, indipendente,
mi definisco una natural born femminist,
e questo significa che mi è molto
difficileprendereparteaqualchetipo
di movimento, partecipo ma preferisco
fare film che mostrano il potere
femminile,che è possibile essere donna
e regista.