Robert S. Mueller III, il consigliere speciale che indaga su i tentativi russi di interferire nelle elezioni presidenziali americane dell’anno scorso, ha compiuto un passo importante convocando un grand jury con base a Washington e spostando così il Russiagate dall’ambito della schermaglia politica al tribunale.

Il grand jury è un tipo di giuria che deve decidere se ci sono elementi sufficienti per dare vita ad un processo, esaminando le testimonianze e le prove raccolte dagli inquirenti. Per Trump significa che non è più tempo di affrontare questo nodo in modo partigiano: d’ora in poi si testimonia sotto giuramento.

La notizia arriva dal Wall Street Journal. Poco dopo la Cnn ha affermato che il grand jury ha già emesso mandati relativi all’incontro avvenuto nel giugno 2016 tra Donald Trump Jr e l’avvocatessa russa vicina al Cremlino, Natalia Veselnitskaya.

Donald Jr ha ripetuto più volte di non aver informato il padre del meeting in quanto da quella conversazione (che avrebbe dovuto fornirgli elementi preziosi per screditare Hillary Clinton) non era emerso nulla di interessante e si era detto pronto a ripeterlo davanti agli inquirenti.

Poi però l’audizione alla commissione Giustizia del Senato che doveva essere pubblica è diventata una testimonianza a porte chiuse e in seguito è stata rinviata.

La convocazione di un grand jury voluta ora da Mueller non è ovviamente piaciuta a Donald Trump Sr che, da un comizio in West Virginia, ha tuonato: «Questa storia sulla Russia è una totale invenzione, una scusa per la più grande sconfitta nella storia della politica americana».

Il West Virginia è una delle roccaforti di Trump che al momento ha un indice di gradimento bassissimo, del 36%, tra gli americani.

Il comizio era un’iniezione positiva e un’occasione per parlare all’America ripetendo una linea di difesa che non si sa quanto a lungo potrà ripetere: non è successo nulla, i russi non hanno pilotato le elezioni, è solo un’infezione dei democratici e dei fake media.

Pochi giorni fa la Casa Bianca aveva precisato che Trump non aveva dettato al figlio la versione da fornire ai media dopo le rivelazioni del New York Times sull’incontro con Natalia Veselnitskaya, come invece sostenevano le fughe di notizie che sembrano sempre impossibili da arginare.

Trump si era affidato a Twitter per commentare il voto unanime dell’establishment repubblicano e militare che dà il via libera alle sanzioni contro Mosca: «Il nostro rapporto con la Russia è ai minimi di sempre e in maniera pericolosa. Potete ringraziare il Congresso, gli stessi che non possono nemmeno darci la sanità!».

In questo quadro il grand jury non è propriamente una buona notizia per Trump. E da qualche giorno circolano voci sulla possibilità di un licenziamento di Mueller da parte del presidente. Scatenerebbe la fine del mondo.

Al momento le voci non sono confermate e Ty Cobb, consigliere speciale del presidente, le ha in qualche modo indirettamente smentite dicendo di non essere stato al corrente che Mueller fosse pronto ad usare una nuova giuria: «Le questioni dei grand jury sono tipicamente segrete e la Casa Bianca aiuterà in tutto ciò che accelera la conclusione del suo lavoro. La Casa Bianca è impegnata a collaborare pienamente con il signor Mueller».

La selezione e la convocazione del grand jury non sono sufficienti a essere certi che stiano per arrivare messe in stato di accusa o rinvii a giudizio, ma senza un grand jury non si può procedere.

Un grand jury è lo strumento che permette agli inquirenti di emettere mandati, richiedere testimonianze su giuramento e richiedere incriminazioni in caso di prove di un crimine; non è l’ultimo, bensì il primo passo, la strada è ancora lunga ma è ora un una direzione che punta dritto al tribunale.

Non è questo il primo grand jury che viene impiegato riguardo il Russiagate. Un altro, con sede ad Alessandria, in Virginia, ha già iniziato mesi fa a rilasciare delle richieste di comparizione per il caso di Michael Flynn, l’ex consulente per la sicurezza nazionale di Trump, anche lui coinvolto nel Russiagate.

Mueller ora, per il caso che coinvolge direttamente la famiglia Trump, non ha messo insieme una giuria speciale, ma ha deciso di usare una delle diverse giurie che si trovano regolarmente nella capitale.