A dicembre del 2020 si è svolto un seminario intitolato «Ai Narratives in Contemporary chinese science fiction», organizzato dal Berggruen Research Center e dal Leverhulme Center for the Future of Intelligence. Al suo interno, il critico di fantascienza Sanfeng ha sottolineato la rilevanza degli autori cinesi che si stanno prodigando non solo a immaginare futuri possibili, quanto a indagare i progressi delle neuroscienze concludendo che «la credibilità della caratterizzazione dell’intelligenza artificiale nelle storie di fantascienza aumenta quando è ispirata o corroborata dalle teorie degli algoritmi».

TRA GLI ESEMPI Sanfeng mette anche Mu Ming, classe 1988, programmatrice (ora vive negli Stati Uniti), la cui raccolta di racconti (Colora il mondo, Future fiction, traduzione di Marco Botosso e Maria Teresa Trucillo, pp. 194, euro 14) rappresenta al meglio le caratteristiche del filone iperrealistico all’interno del panorama letterario cinese. Nei suoi racconti Mu Ming indaga i progressi delle neuroscienze e le loro potenziali applicazioni, scrutandone gli effetti antropologici, le ricadute nei comportamenti umani e più di tutto sulla nostra prossima percezione della realtà. In questo senso, e in primo luogo, la sua è una produzione in grado di indagare quanto potrebbe accadere non in un futuro lontano, quanto in tempi più brevi (si tratta di innesti tecnologici, ad esempio, già possibili oggi, in teoria). In una Cina nella quale app, big data, videocamere, macchine a guida autonoma, colorano già la società cinese, gli innesti cyborg, affinché la realtà possa apparire aumentata, non costituiscono un’ipotesi così balzana o fantascientifica. Nei racconti di Mu Ming, però, l’immaginazione delle funzioni di queste scoperte e come il mondo nel suo complesso potrebbe venirne mutato, è sovrastata dalla ricerca degli effetti che tutto quanto avrà sul nostro modo di percepire il mondo, di raccontarlo, di ricordarlo, di dimenticarlo anche.

A QUESTO PROPOSITO la letteratura di Mu Ming è una sorta di miniatura del mondo: ai grandi e rischiosi pericoli che le nuove scoperte scientifiche potrebbero sviluppare se in possesso di mani poco raccomandabili, Mu Ming preferisce la contrapposizione tra tradizione e innovazione, tra conservazione e mutazione. In tale direzione, la relazione con i genitori di molti dei protagonisti, ci restituisce il senso di quanto ogni innovazione comporti fratture e scontri, il cui esito non sempre è favorevole al futuro che arriva.

* Del libro di Mu Ming parleranno oggi alle 17.30 sul canale youtube del Confucio di Milano, Alessandra Pezza, Simone Pieranni , Francesco Verso e Alessandra Lavagnino.