“Quello su Mps è un accordo di alto livello, un accordo di principio, su cui si lavorerà nelle prossime settimane per la finalizzazione”. La comunicazione ufficiale della Commissione Ue sembra presa di peso dal manuale dal perfetto diplomatico, ma in sostanza conferma che la commissaria Margrethe Vestager ha dato il via libera al piano di ristrutturazione della banca, per permetterne la ricapitalizzazione preventiva secondo le regole di Bruxelles.
La notizia era data per certa da settimane. Diversamente dal caso delle due banche venete, in questo caso era troppo alto il rischio sistemico, per quello che resta uno dei principali gruppi creditizi italiani. Quindi si va alla ricapitalizzazione, che dovrebbe impegnare almeno mezza dozzina di miliardi pubblici, in pratica un terzo dei 20 miliardi messi dal governo nel “decreto salvabanche del dicembre scorso.
Al tempo stesso la Commissione ha voluto mettere nero su bianco la condizione che a contribuire ai costi della ristrutturazione di Mps saranno gli azionisti e i gli obbligazionisti junior, mentre gli obbligazionisti retail potranno chiedere una compensazione in caso di misselling. I semplici depositanti saranno invece protetti, in altre parole non dovrebbero subire alcun prelievo forzoso dal loro conto corrente.
Ancora, Mps disporrà del suo intero portafoglio di Npl (crediti deteriorati) a condizioni di mercato, riducendo i rischi di bilancio. Su questo fronte c’è già l’esclusiva data ad Atlante per trattare la vendita di 26 miliardi di sofferenze, operazione record per lo scenario continentale. Allo stesso tempo, annota la Commissione Ue, il Monte dei Paschi dovrà prendere una serie di misure per aumentare “in modo sostanziale” la sua efficienza.
Fra quest’ultime, l’unica resa nota è il tetto agli stipendi dei manager della banca, pari a dieci volte il salario medio dei loro sottoposti. Silenzio assoluto invece sul “sacrificio” che sarà chiesto ai dipendenti dell’istituto di credito, nelle pieghe della ristrutturazione disegnata dal nuovo piano industriale. Sul punto la nota ufficiale Ue puntualizza: “I servizi della Commissione lavoreranno ora con le autorità italiane per finalizzare i dettagli del piano di ristrutturazione definitivo, che l’Italia dovrà notificare e che dovrà includere gli impegni delle autorità italiane su come implementare il piano. Su questa base la Commissione prenderà formalmente la sua decisione, ai sensi delle regole Ue sugli aiuti di Stato”.
Sugli ennesimi “esuberi” è intervenuto anche Piercarlo Padoan: “Per Mps occorreranno aggiustamenti, che peraltro sono aggiustamenti tipici delle banche in questo periodo, non solo in Italia ma anche in Europa e negli Usa. Anche per via di ragioni tecnologiche, richiedono un aggiustamento dal lato dei costi”. Il ministro dell’economia si è ben guardato dall’ ipotizzare dei numeri, ma dalle sue parole è facile intuire che a Rocca Salimbeni l’estate sarà caldissima.
Nel mentre la procura di Milano, cui è confluita gran parte dell’inchiesta senese sul Monte dei Paschi, continua il suo lavoro. I pm Civardi, Clerici e Baggio hanno chiuso le indagini sula banca, indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti nel filone che riguarda la contabilizzazione a saldi aperti dei tristemente celebri derivati Santorini e Alexandria, e che ha già portato alla richiesta di processo per Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex presidente ed ex ad di Mps, e di Paolo Salvadori, ex presidente del collegio sindacale, accusati di falso in bilancio e aggiotaggio. E’ probabile che i pm, nell’udienza preliminare del 5 luglio prossimo, chiedano un rinvio, per riunificare davanti al gup la posizione della banca con quelle dei tre indagati eccellenti. Sui quali pesa in sostanza l’accusa di aver ingannato il mercato, a causa della peculiare contabilizzazione nei bilanci Mps sia di Santorini che di Alexandria.