In un momento molto delicato per le relazioni della Grecia con le «istituzioni», è arrivato ieri l’incontro tra Putin e Tsipras a San Pietroburgo in occasione del forum internazionale per l’economia. Si è discusso e deciso riguardo al passaggio della pipeline russa in Grecia e anche di cooperazione economica. A questo proposito, Atene e Mosca prepareranno entro novembre un memorandum per lo sviluppo della cooperazione economica, secondo quanto sostenuto dal premier greco Alexis Tsipras.

Proprio a novembre, ha ricordato Tsipras, si svolgerà la prossima riunione della commissione bilaterale per la cooperazione. Per ora si tratta di parole e progetti perché il momento è estremamente rischioso. Naturali – infatti – sono arrivate le speculazioni sull’incontro tra i due leader, sebbene sia Putin sia Tsipras abbiano cercato di placare rumors in questo momento chiave delle trattative di Atene con i suoi creditori. Si sa che l’argomento russo è sensitive, sebbene non si capisca perché l’Ucraina possa prendere i soldi da Ue e Fmi ed eventualmente Atene non possa farlo da Mosca o Pechino.

È chiara la vicinanza tra Grecia e Russia, espressa più volte da Tsipras anche riguardo la guerra in Ucraina e le sanzioni, ma sia il premier di Atene sia il presidente russo sanno quanto è importante che le trattative con l’Europa, Bce e Fmi possano procedere senza complicazioni di natura geopolitica.

Putin ha quindi voluto precisare che da parte russa non ci sarà un sostegno statale, per ora, alle aziende che volessero investire in Grecia, così come non si è parlato di eventuali prestiti (che in ogni caso è più probabile arrivino, come per Mosca, via Pechino). Si è però parlato di energia, portando a compimento un primo accordo sul passaggio della pipeline russa che rifornirà l’Europa proprio passando attraverso la Grecia.
Si tratta della Turkish stream che va a sostituire nelle intenzioni di Mosca la South Stream bloccata a causa del pantano ucraino.

Stando ai rispettivi uffici stampa, la Russia e la Grecia hanno trovato un’intesa per il passaggio sul territorio greco del gasdotto Turkish Stream, che servirà per il transito di gas russo verso l’Europa senza passare per l’Ucraina. Si tratta di un documento, o meglio di un «protocollo d’intenti» firmato dal ministro dell’energia greco, Panagiotis Lafazanis e da quello russo, Alexander Novak. «Il gasdotto collegherà non solo la Grecia e la Russia, ma anche i popoli d’Europa», ha detto Lafazanis, aggiungendo che l’accordo «pone le basi per una ulteriore cooperazione con la Russia». «Il nostro è un messaggio di stabilità e di amicizia – ha poi sottolineato – L’accordo con la Russia non è contro nessun Paese in Europa o nel mondo, anzi svolgerà un ruolo importante per la pace della regione».

Il gasdotto avrà una capacità di 47 miliardi di metri cubi all’anno e la costruzione del ramo ellenico inizierà nel 2016 e sarà completato entro il 2019. Per la sua realizzazione saranno necessari circa 2 miliardi di euro che saranno finanziati interamente dalla Russia. Atene restituirà i soldi successivamente. Per quanto riguarda eventuali finanziamenti russi nei confronti della Grecia, ieri in serata la Russia si è detta pronta a considerare la possibilità di fornire assistenza finanziaria alla Grecia, «se sarà Atene a richiederlo», hanno precisato al Cremlino.