Urne aperte da stamani in mezza Russia per elezioni amministrative di diverso grado e livello in 58 entità. Riflettori puntati ovviamente su Mosca dove si rinnova il consiglio comunale e sul governatorato di San Pietroburgo dove secondo alcuni sondaggi il boss di Russia Unita, il partito di Putin, potrebbe non farcela a essere eletto.

La tornata ha assunto un particolare significato di test politico più complessivo. Si tratta di vedere quanto la proverbiale pazienza dei russi abbia assorbito, dopo le elezioni presidenziali del 2018, gli impopolari aumenti dell’età pensionabile e dell’Iva russa di due punti percentuali.

Misure talmente impopolari da far decidere al partito di governo questa volta di celare i suoi candidati dietro la dicitura di “indipendenti”. Ma soprattutto si dovrà verificare l’impatto elettorale dei movimenti giovanili di Mosca degli ultimi mesi contro la non ammissione di 57 candidati alla corsa per la Duma cittadina.

Un movimento che ha saputo resistere a una repressione selettiva, ma non per questo meno dura, fatta di arresti, perquisizioni, fermi reiterati e multe per molti milioni di rubli. E che ha saputo allargare lo spettro della sua iniziativa alle tematiche della repressione, delle libertà civili e a quelle femministe e ambientaliste. I sondaggi danno la partecipazione in aumento rispetto alla scorsa volta e ciò potrebbe favorire le liste anti-Putin.