Per la tragica morte di Davide Astori la procura di Firenze sta indagando due medici degli ospedali di Firenze e Cagliari, ipotizzando l’accusa di omicidio colposo perché i due sanitari di medicina dello sport avrebbero materialmente firmato le autorizzazioni all’idoneità sportiva del capitano della Fiorentina. Una idoneità messa in dubbio già nel corso delle prime indagini avviate dalla magistratura di Udine, dove il 4 marzo scorso Astori mori, improvvisamente, la notte prima della partita con l’Udinese.
Ulteriori indagini svolte nei mesi scorsi nel capoluogo toscano hanno accertato che il calciatore trentunenne, nel corso degli esami periodici per ottenere l’idoneità sportiva, aveva delle extrasistoli ventricolari nel corso delle prove da sforzo. Extrasistoli che non di rado si registrano negli sportivi, ma “in recupero” e non sotto sforzo. Di qui la decisione della procura di iscrivere nei registro degli indagati i due medici, e di inviare ora le informazioni di garanzia, come preludio di ulteriori consulenze tecniche da parte dei difensori dei due sanitari, e di una perizia che con tutta probabilità sarà decisa dal giudice delle indagini preliminari.
L’iniziale ipotesi di una morte avvenuta a causa di un episodio di bradicardia, cioè con un rallentamento del cuore fino a smettere di battere, era stata smentita nel giugno scorso da Carlo Moreschi, patologo dell’Università di Udine, e Gaetano Thiene, emerito di anatomia patologica all’Università di Padova, che avevano invece rilevato una tachiaritmia, in altre parole una improvvisa accelerazione del cuore che aveva provocato la fibrillazione ventricolare mortale. I due medici, incaricati dalla procura di Udine che aveva aperto una inchiesta per omicidio colposo, avevano concluso che Astori soffriva di una forma iniziale di cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, detta anche displasia aritmogena. Una malattia che uccide progressivamente le cellule del miocardio, sostituendole con cellule di grasso e fibrose che possono ostacolare il funzionamento elettrico del cuore. Una patologia potenzialmente anche fatale.
Sulla base di queste prime evidenze investigative, dopo il passaggio del fascicolo di indagine da Udine a Firenze, la procura del capoluogo toscano ha affidato l’incarico di un’ulteriore consulenza tecnica al professor Domenico Corrado dell’Università di Padova, considerato tra i massimi esperti in materia di morte improvvisa per problemi di natura cardiaca.
La relazione di Corrado, consegnata il mese scorso al procuratore Giuseppe Creazzo e al sostituto Antonio Nastasi, e anticipata ieri dal quotidiano fiorentino “La Nazione”, ha svelato che due elettrocardiogrammi sotto sforzo eseguiti sul calciatore nel luglio 2016, e nello stesso mese del 2017, per ottenere l’idoneità sportiva, presso il centro di medicina della sport dell’ospedale fiorentino di Careggi, avrebbero evidenziato una extrasistolia a due morfologie. Indizio che il cuore del giocatore avrebbe dovuto essere sottoposto ad accertamenti più approfonditi, come previsto dai protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità sportiva.
“Era una patologia silente non facile da individuare – ha spiegato sul punto il professor Corrado – ma posso dire che i due episodi di aritmie potevano indurre a fare ulteriori approfondimenti”. L’esito di questa consulenza, e l’esame della documentazione raccolta, ha convinto i magistrati requirenti a inviare le informazioni di garanzia. Nella sua carriera nella massima serie Davide Astori ha giocato nel Cagliari, nella Roma e infine nella Fiorentina.