Sono stati 13.844 i nuovi casi Covid ieri in Italia su 350.034 test. Il tasso di positività è calato al 3,9%. Sempre alti i decessi, 364, per un totale di 117.997. Prosegue la discesa dei ricoveri: in terapia intensiva meno 75 unità, 3.076 in tutto; nei reparti ordinari meno 471 unità, 22.784 la cifra complessiva; 449.775 le persone in isolamento domiciliare. Il totale dei contagiati da inizio pandemia sfiora i 4 milioni (3.904.899). La regione con più casi è stata la Lombardia (2.095) seguita da Campania (1.881), Sicilia (1.288), Lazio (1.161), Puglia (1.141) e Veneto (1.094). La provincia con più positivi è ancora Napoli (1.253 di cui 436 nel capoluogo) seguita da Roma (673 di cui 453 nel capoluogo).

Si allenta gradualmente la pressione sui reparti di terapia intensiva ma sono ancora 12 le regioni con percentuali superiori al livello critico, fissato al 30% dei posti occupati. La media nazionale (in base all’ultimo monitoraggio Agenas aggiornato a ieri) è scesa al 34%. Sono sopra soglia Lombardia (48%), Piemonte (45%), Puglia (44%), Toscana (43%), Valle d’Aosta (40%), Emilia Romagna (38%), Lazio (37%), Marche (36%), Molise e provincia di Trento (33%), Liguria e Calabria (31%). Nei reparti ordinari superano la soglia critica del 40% solo 4 regioni: Puglia (50%), Calabria (49%), Piemonte (46%), Lazio (41%).

Da lunedì torna la zona gialla, per arrivare nella fascia a minori restrizioni bisognerà attendere la valutazione di domani dell’Iss. Sperano di conquistare il giallo in 13: Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto, Trento e Bolzano. In rosso rimarrebbero Valle d’Aosta e Sardegna. Potrebbe lasciare il rosso verso l’arancione la Puglia. Oscilla tra arancione e rosso la Campania. Dovrebbero resteranno in arancione Calabria, Sicilia, Basilicata, Molise.

In base ai dati Oms, in Europa sono stati registrati negli ultimi 7 giorni oltre 1,6 milioni di nuovi casi e più di 26mila morti. Il numero più alto di nuovi positivi è stato segnalato dalla Turchia (414.312) seguita dalla Francia (233.275) e dalla Germania (143.994). Il numero più alto di decessi settimanali è stato segnato da Polonia (3.611), Ucraina (2.772) e Italia (2.753). Continuiamo a pagare uno scotto molto alto in termini di vittime. L’Istat ha calcolato che «nei mesi di marzo e aprile 2020 i decessi in eccesso sono stati 49mila rispetto alla media degli stessi mesi nei 5 anni precedenti. Il 60% è attribuibile al Covid-19 (29.210), il 10% a polmoniti e il 30% ad altre cause». Ma nelle voce «altre cause» potrebbero essere finiti anche decessi dovuti al virus seppur non diagnosticato, soprattutto nelle regioni che hanno sofferto l’impatto maggiore.

Il Covid è stata la seconda causa di morte nel periodo «con un numero di decessi di poco inferiore a quello dei tumori e più del doppio di quello delle cardiopatie ischemiche». Circa l’85% delle vittime da Covid aveva oltre 70 anni. Se poi consideriamo la mortalità in base ai luoghi di residenza, c’è stato un più 155% nelle strutture residenziali o socio-assistenziali, più 46% negli istituti di cura, più 27% nelle abitazioni. Nel Nord ovest il Coronavirus ha provocato 19mila vittime, il 64% dei decessi per Covid-19 di tutta Italia. Circa il 20% (6mila) riguarda residenti del Nord est mentre il resto del paese è a quota 16%.