Tarocco, Moro e Sanguinello sono le varietà siciliane dell’arancia rossa, a polpa pigmentata o sanguigna. L’isola è la maggiore produttrice di questi frutti quasi unici in Italia e fra i pochi al mondo a possedere tale caratteristica. L’area di maggiore produzione è quella dell’estesa Piana di Catania (che tra le località principali comprende, oltre al capoluogo, i comuni della provincia catanese di Paternò, Palagonia, Ramacca, Scordia), la parte nord della provincia di Siracusa con i comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte e una porzione confinante della provincia di Enna. Ricche di vitamina C, vengono loro attribuite proprietà protettive dell’organismo, tra l’altro sono indicate nella cura di deficienze immunitarie. In particolare è importante il ruolo delle antocianine, ossia i pigmenti vegetali ai quali è dovuta la colorazione dei frutti, per le loro proprietà difensive dei capillari sanguigni e in quanto funzionano a livello cellulare come ossidante dei radicali liberi, quei gruppi di atomi o molecole che a causa della loro instabilità possono danneggiare le strutture cellulari.

Le arance rosse diventano tali e sviluppano il loro alto contenuto di antocianine in presenza di determinate condizioni ambientali; soprattutto durante la fase della maturazione hanno bisogno di giorni caldi e notti fredde. Qualche anno fa uno studio condotto dal John Innes Centre di Norwich e dal Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura di Acireale ha messo in luce che, oltre al clima e alle escursioni termiche, a influenzare in modo evidente l’attività delle antocianine in queste varietà di arance è la presenza di un gene, che è stato denominato Ruby.

Cambiamenti climatici permettendo, il periodo di maturazione di questi frutti prevede la raccolta della varietà Tarocco da dicembre ad aprile, a volte fino alla metà di maggio; da febbraio ad aprile è il periodo del Sanguinello; precoce e breve, solitamente dicembre-febbraio, la raccolta della cultivar Moro.

In base ai dati aggiornati che ci ha fornito il Consorzio di Tutela Arancia rossa di Sicilia Igp, sono complessivamente circa 45 mila gli ettari dedicati alle varietà di arance a polpa pigmentata di cui 35 mila di varietà Tarocco, 6 mila di Moro e 4 mila di Sanguinello; però gli ettari certificati sono intorno ai 6 mila, in quanto possono essere certificati soltanto gli agrumeti in produzione, mentre sono esclusi i nuovi impianti. Al consorzio di tutela aderiscono circa 400 produttori di cui appena 15 effettuano vendita diretta. I confezionatori sono 70 e gli intermediari 4. Le aziende che utilizzano la denominazione sono 40. Riguardo all’ultima produzione il quantitativo complessivo si aggira su 1.125.000 tonnellate, gran parte di Tarocco con 875 mila tonnellate, per il resto 150 mila di Moro e 100 mila di Sanguinello. Rispetto a questi numeri bisogna considerare che in genere il 25% del totale viene conferito alle industrie di trasformazione per il succo.

Vent’anni e anche dieci anni fa l’estensione colturale e le quantità di arance rosse raccolte erano superiori. Ad incidere, da più di un decennio, è stato il virus della Tristeza originario del sud-est asiatico e diffuso in tutto il mondo causando finora l’abbattimento di 70 milioni di piante dei quali 40 in Spagna, Israele e Cipro. Successiva, rispetto ad altri paesi, la diffusione di questo virus in Italia e che nella Sicilia orientale ha comportato l’estirpazione di migliaia di ettari di agrumeto.

Il che oggi non viene più visto del tutto negativamente dal Consorzio di tutela dell’Arancia Rossa, in quanto – è stato risposto a una nostra specifica domanda – «l’attuale situazione colturale e commerciale delle nostre arance ha imboccato un percorso sicuramente positivo e favorevole. Infatti l’estirpazione di parte degli agrumeti a causa della Tristeza ha accelerato la posa in campo di nuove piante con porta innesto esente dalla malattia, ma ha soprattutto consentito di porre nuovi cloni di arance rosse più vicine alle esigenze e alle richieste del mercato».

In attesa dei nuovi scenari cinesi «i principali mercati di riferimento per il 70% sono nell’Italia centro-settentrionale; il resto del prodotto è commercializzato in vari stati europei quali Germania, Francia, Inghilterra, Svezia Norvegia, Polonia, e – circa il 5% – negli Stati Uniti, in Canada e in qualche paese extraeuropeo».