Lavorava per la De Vizia Vincenzo Esposito Mocerino, 62 anni, si occupava della pulizia all’interno del Giambattista Vico, la fabbrica Fiat di Pomigliano. E’ morto ieri, lo hanno trovato nel primo pomeriggio nella vasca per la cataforesi in un’area dismessa del reparto verniciatura. L’autopsia dirà cos’è successo, ma i colleghi in fabbrica subito hanno capito che qualcosa non andava: nessuno va in una zona dismessa perché se la vigilanza ti scopre partono le contestazioni. Se era lì probabilmente qualcuno gli aveva comandato di andarci e lo aveva anche mandato da solo in una zona poco illuminata e insicura. L’incidente, poi, è avvenuto all’interno di un vascone dove venivano immerse le scocche ma non è facile finirci dentro per caso perché circondato da ringhiere. Infine c’è chi dice che mancava dalla mattina, molte ore prima del ritrovamento.

Secondo i primi accertamenti dei carabinieri Vincenzo, a due anni dalla pensione, sarebbe morto dissanguato cadendo da un buco nella vasca, avrebbe dovuto recarsi in un reparto al primo piano dell’impianto, accanto a quello dove è deceduto. Dal reparto chiuso da dieci anni era stato portato via un macchinario, al suo posto c’era un foro nel pavimento. L’operaio, precipitando, è rovinando su una gru che gli ha tranciato un braccio. I colleghi lo avrebbero trovato dopo molte ore già morto: aveva provato a telefonare con il suo cellulare e a bloccare l’emorragia con la cinta. Probabilmente, se non fosse stato da solo in una zona poco illuminata si sarebbe potuto salvare.

Le Rsa di Fim, Uilm, Ugl e Fismic (che oggi incontrano l’azienda) hanno indetto per il pomeriggio di ieri due ore di sciopero, scarsa la partecipazione: i capireparto non avrebbero dato spiegazioni su quanto successo, ad altri sarebbe stato detto che lo stop era solo simbolico, in solidarietà con la famiglia. Infine c’è chi ha raccontato che la protesta sarebbe stata concordata con la direzione poiché, con la verniciatura ferma, si blocca comunque anche il montaggio. E infatti altri reparti, coma la logistica, hanno continuato a lavorare. Di sicuro c’è che il cartello luminoso all’ingresso, quello che conta i giorni senza infortuni, è una presa in giro. “La Fiat ha sempre dichiarato che i suoi stabilimenti hanno gli standard di sicurezza più elevati – spiega il segretario generale della Fiom di Napoli, Andrea Amendola – tanto che al Vico da più di un anno non si verificano incidenti, tanto da guadagnarsi la medaglia d’oro per il Wcm. La realtà è che a Pomigliano gli infortuni sul lavoro continuano a verificarsi”.

“Un operaio è caduto da un’impalcatura in lastratura, un altro si è tagliato il braccio allo stampaggio – racconta un lavoratore -. Gli incidenti spesso coinvolgono le ditte esterne, che magari stanno meno attente alla sicurezza ma la Fiat è ugualmente responsabile per quello che succede dentro la sua fabbrica”. L’ultimo episodio di cui si è avuta notizia risale al 18 maggio scorso: Mario Marotta, addetto alla manutenzione del reparto verniciatura, è finito nella clinica Villa dei fiori di Acerra, per ridurgli la lussazione alla spalla è stata necessaria l’anestesia. Un altro si è fratturato la spalla durante un test drive. Sul tabellone sempre zero. “Se qualcuno si fa male o è in una zona dove non doveva essere, e quindi è colpa sua, oppure viene portato in clinica dove, invece di denunciare l’infortunio sul lavoro, dichiara che è caduto o si è tagliato a casa” spiegano. E l’azienda non paga risarcimenti. Michele De Palma, coordinatore nazionale per la Fiom del Gruppo Fiat, sollecita una commissione d’inchiesta sulle condizione di lavoro nella galassia del Lingotto. Le tute blu della Cgil hanno proclamato uno sciopero, le modalità saranno decise dalla struttura territoriale, intanto chiedono un incontro urgente con la direzione aziendale. Pochi mesi fa, ricorda De Palma, un operaio della Fma di Avellino si è infortunato alla pressa e alla Ferrari di Maranello, nei giorni scorsi, un lavoratore ha tentato il suicidio in fabbrica.