Con il 50,1% dei voti Luca Zaia rimane governatore. Leva politica del ’68, obiettore di coscienza in gioventù, lighista di Marca e di governo, impeccabile pr, specchio dei campanili che rintoccano la morte del «modello veneto». Zaia trionfa perché convince perfino al di là del «recinto» del centrodestra e oltre la zavorra di crisi (non solo economica), scandali (Mose su tutti) e delusioni (federalismo vero).

La lunga notte delle urne si chiude con la festa al K3 di Treviso, quartier generale anche nel 2010. Fra l’abbraccio a Giampaolo Gobbo e la magnum di Prosecco stappata insieme alla moglie Raffaella, Zaia replica il successo per di più con la lista personale che supera i 427mila voti (e il 23%) e stacca tutti. È un leader talmente indiscutibile da preannunciare la nuova giunta a tambur battente, magari senza Forza Italia, inchiodata al 6%.

A Limena – emblema delle colate bipartisan di cemento & asfalto alla padovana – Alessandra Moretti si risveglia sulla graticola di un Pd che colleziona la peggior catastrofe elettorale di sempre. Nemmeno Cacciari contro il doge Galan e Bortolussi contro Zaia1 avevano ridotto la «coalizione» sotto al 23%. Bocciato anche Flavio Tosi: il sussidiario sindaco di Verona “pesa” meno del 12% e contende, per un pugno di voti, il podio elettorale a Jacopo Berti che invece fa debuttare il M5S a palazzo Ferro Fini.

Lo schianto di alemoretti è davvero mortale. Pesa il crollo dell’affluenza al 57,2% (63,9% alle Europee 2014, 81,7% alle Politiche 2013, 66% alle Regionali 2010). Tuttavia la debacle è tutta politica: i 738.761 voti per Bortolussi si sono ridotti a 502.841, con il Pd che polverizza quasi 150 mila preferenze. Cala anche Zaia (da 1.528.000 a 1.107.145 voti) ma il suo astro continua a brillare perfino nella “nemica” Verona. A Belluno Moretti arriva al 28%, Zaia al 46,5%, con buona pace del consigliere Pd Reolon recordman di preferenze. A Venezia finisce 43 a 30, con il M5S che supera il 16% e doppia Tosi fermo al palo del 7,6%. Laguna amara anche a Chioggia dove Zaia conquista il 43% e i grillini resistono con il 15,9%.

A Treviso il combinato disposto degli “effetti” Renzi, Manildo e lista Razza Piave non c’è statoEsplodono i grillini (11,6%), mentre Tosi si deve accontentare del 6,3%, nonostante l’ex presidente della Provincia Muraro, che con Razza Piave racimola lo 0,5% (bruciati 36 mila voti dal 2011). In provincia è un’onda: a Conegliano Zaia incassa il 55,4%, a Vittorio Veneto il 51,9, a Montebelluna (feudo di Laura Puppato) il 59,1%. La Bulgaria di Zaia è a S. Zenone degli Ezzellini (oltre il 70%).

Ma Ladylike ha giocato male anche in casa: Vicenza «serbatoio di voti» vale solo per Zaia. In città l’ex vicesindaca raccoglie solo il 27%, il presidente il 48%. L’unica scossa si è avvertita a Verona. A urne chiuse Zaia vale il 28%, come Moretti (battuta di 685 voti) mentre Tosi si piazza terzo al 27%. Il Pd è primo partito (22,5%) seguito dalla lista del sindaco (18,6%), ma il M5S (12,34%) ora conta… quanto la Lega (12,33%) e Forza Italia (5,1%) ratifica il tramonto di un’epoca. A Verona il solo “colpo” è del poliziotto in servizio al seggio di Borgo Roma: 20 minuti dopo lo spoglio si spara in testa dopo una lite con la compagna.

Zaia “passeggia” sereno a Padova, dopo il ventennio Zanonato. Blinda il 43% dei voti, con Moretti al 32,3%. Dati alla mano, la lista del governatore (24,6%) vale come tutto il Pd (24,9%). Stessa fotografia a Rovigo: a Zaia oltre 50 mila preferenze (45,4%), mentre Moretti si ferma al 29% e Tosi incassa l’11%, sempre dietro al M5S.

Il voto, infine, radiografa il fallimento della sinistra alternativa e degli autonomisti duri e puri. Se Grillo & C passano da 80.246 a 262.565 voti, si assottiglia ancora il bacino di 35 mila consensi alla FdS 2010. Verdi, Sel e un po’ di Prc valgono 20.269 voti e L’Altro Veneto 13.984.
Insomma, sulle macerie della “concessione unica” a Galan & Baita e nel deserto ereditato da Orsoni & Zanonato è solo Zaialand.