«Non abbiamo alcuna intenzione di rendere obbligatoria la vaccinazione contro il Covid-19, come ha fatto la Francia per alcune categorie, mentre il governo sta facendo tutto il possibile per evitare qualunque lockdown in previsione dell’eventuale quarta ondata in autunno».
La cancelliera Angela Merkel al termine della visita ufficiale all’istituto Robert Koch chiarisce ancora una volta la sua terza via per gestire la pandemia che «nonostante il buon tasso di vaccinazione non è ancora finita».

Accompagnata dal ministro della Sanità, Jens Spahn, ha fatto nuovamente ricorso alla moral-suasion per convincere i tedeschi dubbiosi sulla sicurezza ed efficacia dei farmaci somministrati nel Paese. «Puntiamo come sempre sulla persuasione per raggiungere l’obiettivo che permetterà al nostro sistema sanitario di far fronte alle varianti più aggressive del virus». Secondo il modello adottato dalla cancelliera per disinnescare il rischio di ripresa incontrollata del contagio dovrebbe essere vaccinato almeno l’85% dei cittadini della fascia 12-59 anni e il 90% degli over 60.

Al contempo la Germania «per adesso» non prevede di far pagare agli utenti i milioni di test rapidi gratuiti finanziati dallo Stato, offerti nelle migliaia di strutture provvisorie allestite nei 16 Land. Tantomeno sono allo studio misure punitive nei confronti di chi non è vaccinato perché, come tiene a precisare Merkel, «molti cittadini non possono farsi inoculare il farmaco per molti diversi motivi».

Attualmente il tasso di immunizzazione nella Repubblica federale ha quasi raggiunto il 59% della popolazione per quanto riguarda la prima dose mentre il 43% ha ricevuto anche il secondo richiamo. Numeri in grado di far crollare l’indice di contagio nazionale fino a 6,8 casi per 100 mila abitanti negli ultimi sette giorni, anche se il dato restituisce comunque l’impennata dell’infezione del 29% rispetto alla settimana scorsa e i posti letti nei reparti di terapia intensiva restano ancora occupati per oltre l’82%.

In particolare a preoccupare Merkel e Spahn sono i casi molto superiori alla media registrati in Assia e nelle Città-Stato di Amburgo e Brema, ma anche la situazione al limite di guardia in Baviera, Renania-Palatinato e a Berlino. «Incidenze elevate gestibili solamente con la vaccinazione» che «evita di mettere in crisi la capacità dei nostri ospedali», ricorda la cancelliera.