L’unica consolazione è che non ci sono state vittime umane, mentre la conta dei feriti si limita a tre, quattro ricoverati all’ospedale pisano di Cisanello, a causa di lievi intossicazioni da fumo.

Per il resto è un disastro: l’incendio doloso divampato verso le 22 di lunedì nella zona meridionale dei Monti Pisani, dominati dal Monte Serra, sta devastando almeno 600 ettari di boschi, vigneti e olivete. Luoghi di rara bellezza. Il rogo ha bruciato case isolate, minacciato intere frazioni, e lo stesso complesso monumentale della Certosa di Calci, risalente al 1336, ha rischiato di essere danneggiato.

Dopo quasi 24 ore di lotta alle fiamme, alimentate dal forte vento di tramontana, nonostante gli sforzi di 120 vigili del fuoco in prima linea, insieme a 180 squadre antincendio e 60 volontari, l’incendio è stato contenuto ma non ancora domato. Cinque Canadair hanno continuato fino al tramonto a fare la spola fra il vicino Arno e l’area dell’incendio, impegnati anche un S64, un Chinook e due elicotteri della Regione Toscana. Fuoco e fumo si vedono a grande distanza.

All’interno dell’immaginario triangolo geografico ai cui vertici ci sono Calci, Vicopisano e Cascina sono state sfollate 700 persone, ed evacuate le frazioni di Montemagno, Fontana Diana, San Lorenzo, Nicosia e Crespignana. Circa 70 famiglie residenti nei comuni di Calci e Vicopisano hanno dovuto abbandonare le loro case minacciate dalle fiamme, trovando rifugio da parenti e amici, negli alberghi e nelle altre strutture messe a disposizione dagli enti locali. Nel pomeriggio la Protezione civile regionale ha avvertito che una nuova criticità riguarda l’area al confine tra Calci e Vicopisano, così sono state allertate per una possibile evacuazione altre 300 persone.

La procura di Pisa ha aperto una inchiesta con l’ipotesi di reato di incendio doloso. «Lo abbiamo fatto sulla base di alcuni indizi che ora dovranno essere confermati – fa sapere il procuratore capo Alessandro Crini – primo fra tutti il fatto che le fiamme si siano sviluppate di notte, e in una serata molto fresca». Più diretto l’assessore comunale di Calci, Giovanni Sandroni: «Ha mai visto un incendio partire alle 22 della sera?». Si parla di quattro diversi inneschi, per certo il rogo si è sviluppato più o meno nella stessa zona in cui una settimana fa era stato appiccato un altro incendio boschivo, non distante dal luogo dove si trovano le antenne di numerose emittenti radiotelevisive.

«Con l’obiettivo di prevenire ogni forma di sciacallaggio, è stato disposto che un presidio dell’esercito assicuri la vigilanza sui territori comunali di Calci, Cascina e Vicopisano, ove insistono le abitazioni evacuate». A farlo sapere è stata la Prefettura di Pisa, dove è riunito il coordinamento dei soccorsi. Il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio è sul posto, anche quello dell’Ambiente Sergio Costa sta seguendo la situazione: «Ringrazio i vigili del fuoco, la protezione civile e le squadre di volontari che stanno operando. Si faccia chiarezza sull’origine dell’incendio».

Per facilitare le operazioni di spegnimento è stato parzialmente chiuso l’aeroporto Galilei di Pisa. Il presidente toscano Enrico Rossi ha dichiarato lo stato d’emergenza: «Abbiamo già stanziato 200mila euro e, una volta domato l’incendio, è importante che vengano programmati al più presto interventi di bonifica e operazioni per rimuovere gli alberi bruciati. Si tratta di passaggi fondamentali per ricostruire il quadro idrogeologico e impedire che alle prime piogge l’acqua dilaghi a velocità che potrebbe essere distruttiva».

«Il danno materiale è altissimo – annota Legambiente Toscana – così come pesante per i residenti è la ferita nella relazione con i luoghi. Il patrimonio naturale, paesaggistico e sociale di questo territorio ha un valore eccezionale, non commensurabile in termini meramente economici. Per gli abitanti della piana il Monte Pisano è il luogo di passeggiate ed escursioni nel verde. E Calci è al centro di una valle che non a caso è chiamata Val Graziosa». Ci vorranno almeno 15 anni, segnala Coldiretti, per ricostituire i boschi andati in fiamme, con danni per milioni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.